Funerale di Giannantonio Brugola, il figlio Jody: "Onestà e impegno il tuo insegnamento da pioniere" LA LETTERA

Lissone si ferma e tace per la cerimonia nella chiesa della città del re delle viti. Il figlio Egidio dedica al padre Giannantonio una lettera: "La tua testa andava più veloce dei tempi. Sei stato un esempio, ogni giorno" LEGGI LA LETTERA di Fabio Luongo

Il funerale a Lissone di Giannantonio Brugola, nel riquadro giallo

Il funerale a Lissone di Giannantonio Brugola, nel riquadro giallo

Lissone, 16 febbraio 2015 - S'è fermata quasi tutta la città per rendere l'ultimo omaggio a uno dei suoi più grandi capitani d'industria. Così come ha fatto ogni voce quando il feretro è arrivato sul sagrato della chiesa preposituale di Lissone: ogni brusio si è interrotto, e un silenzio irreale, carico di rispetto, è sceso su piazza Giovanni XXIII, che ha accolto autorità, rappresentanti del mondo produttivo, tanta gente comune e gli operai dell'OEB con indosso la divisa di lavoro, tutti stretti attorno ai familiari.

E' stato salutato così per l'ultima volta, ieri mattina, Giannantonio Brugola, il grande industriale brianzolo il cui cognome è entrato nei dizionari della lingua italiana e che è stato capace di trasformare l'officina creata nel 1926 dal padre Egidio - inventore della vite a brugola - in un'impresa che oggi genera un fatturato di oltre 120milioni di euro e dà lavoro a 310 dipendenti a Lissone. Scomparso a 72 anni, Brugola è stato ricordato con una cerimonia sobria, com'era nel suo stile, e con la chiesa principale della città gremita, tra letture dall'Ecclesiaste e brani di musica classica.

Cavaliere del Lavoro dal 2008, su nomina del Presidente Napolitano, l'industriale lissonese era entrato in azienda adolescente; dopo la morte del padre era diventato, nel '64, presidente e guida delle Officine Egidio Brugola, portando l'OEB al successo mondiale. Fornitore unico per i motori di aziende come Volkswagen, le viti Brugola sono arrivate fin sulla Luna, montate sulla navicella spaziale Apollo 11, la prima a portare l'uomo sul satellite della Terra. Negli scorsi giorni un altro storico traguardo: lo sbarco negli Stati Uniti e la produzione delle prime viti nel nuovo stabilimento di Detroit, in quella che è considerata la «capitale americana» dell'industria automobilistica.

Ma Giannantonio Brugola non è stato solo un imprenditore capace, caparbio e innovativo, in grado - come ha sottolineato il sindaco Concetta Monguzzi - «di porsi sul mercato internazionale perseguendo l'eccellenza, valorizzando le competenze e l'innovazione, favorendo la crescita professionale dei collaboratori». Brugola ha costantemente manutenuto «uno sguardo su Lissone», dando attenzione e sostegno a molte associazioni, sportive e culturali, alla casa di riposo «Agostoni», con «concreti e consistenti aiuti», adottando e assumendosi anche la cura di uno dei principali giardini pubblici della città. In una lettera commovente (LEGGI IL TESTO COMPLETO), piena di ricordi intimi, rivolta al padre il figlio Egidio - per tutti Jody, a cui ora è passato il timone dell'azienda - ha ricordato come Brugola sia stato «un pioniere grintoso, spesso incompreso, perché la tua testa andava più veloce dei tempi: con costanza e impegno hai saputo lo stesso portare avanti i tuoi progetti», facendo arrivare l'OEB in alto dove oggi si trova. Del padre Jody ha ricordato «l'insegnamento più importante: l'onestà» e il suo essere stato «un esempio, ogni giorno, nel farmi capire quanto sia importante guardare più in là del proprio naso e allenare la mente e il cuore a pensare in grande».