Un tunnel da 45 milioni di euro: ecco il piano B delle Vie d’acqua

Expo, presentata la variante al progetto al canale in uscita dal sito di Rho. Si pagherà per otto mesi l'acqua che defluisce. E scoppia l’affaire piogge di Luca Zorloni

Uno striscione nei parchi contro le Vie d’acqua (Newpress)

Uno striscione nei parchi contro le Vie d’acqua (Newpress)

Milano, 14 novembre 2014 - E' stata cancellata anche la piccola cascata con cui le Vie d’acqua sud si tuffavano nel Naviglio grande, ma stavolta i No Canal non c’entrano: già in Metropolitana milanese si sono accorti che avrebbe provocato onde «problematiche». Meglio evitare. Sei mesi dopo il via libera del consiglio di amministrazione di Expo spa, ieri è uscito dagli uffici tecnici il piano B delle Vie d’acqua sud. La soluzione è nota da maggio, quando i soci di via Rovello, per trovare un compromesso con i comitati No Canal, contrari all’opera, hanno votato l’interramento del canale di deflusso dal sito di Rho-Pero alla Darsena di Milano. Nuovi sono i dettagli dell’infrastruttura, un tunnel che lungo il tragitto troverà altri ostacoli, oltre ai dimostranti, scornati perché comunque taglierà i parchi: cantieri aperti nell’area Parri, terre da bonificare per l’operazione Calchi-Taeggi e tempi. Soprattutto i tempi: quello che era stato presentato come il nuovo naviglio di Milano proprio per la candidatura della città a Expo, oggi declassato a 11 chilometri di tubo di scolo del sito di Rho, sarà pienamente in funzione a evento finito. Ad aprile 2015 il tunnel arriverà a scaricare nel fiume Olona. Entro la fine dell’estate raggiungerà, più a sud, il deviatore Olona. E solo dopo la manifestazione il Naviglio.

Anche i costi sono stati rivisti. Al rialzo. Il piano B è un’opera da 45 milioni e 741mila euro, tre milioni in più rispetto alla somma con cui l’associazione di imprese guidata da Maltauro si era aggiudicata i lavori, praticando uno sconto del 23% sulla base d’asta. Una procedura opaca finita sotto la lente della magistratura, mentre il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha spedito due commissari a vigilare sull’appalto alla Maltauro e alla compagna di cantiere, la Tagliabue. La variante di Mm inoltre stima in più di cinque milioni gli oneri maggiori a carico degli enti pubblici. Infine, c’è l’incognita bolletta dell’acqua. Fino a quando il tunnel non sarà collegato al Naviglio, «rifornendo gli agricoltori del Sud Milano», spiegano da Expo, l’acqua conferita dal Consorzio Villoresi sarà gettata nei fiumi. Quindi va pagata. Da chi? Il candidato più papabile è proprio Expo, ovvero le casse pubbliche. A conti fatti, oneri maggiori compresi, si schizza a 50 milioni di euro. Al netto di eventuali extracosti. E senza che sia ancora stata definita la destinazione dei profitti che Maltauro e Tagliabue metteranno in cassa con questi lavori. Il progetto firmato Mm prevede lo scavo di un micro-tunnel di 2,2 metri di diametro esterno. Lo scarico nell’Olona è stato allargato perché defluiscano tutti i due metri cubi di acqua al secondo in arrivo da nord. Nei parchi Trenno e Pertini il canale correrà sotto terra, senza ciclabile a lato, fino a Cascina Bellaria, dove tornerà in superficie per un breve tratto. Poi di nuovo in profondità, attraverso l’area Parri e Calchi-Taeggi (da bonificare) fino al Naviglio.

Mm ha studiato anche gli scenari delle piene dei torrenti, individuando le vie di fuga dell’acqua. Previsioni che però non convincono il presidente della Commissione ambiente di zona 8, Enrico Fedrighini, perché in caso di piogge intense «la Via d’acqua va chiusa, insieme al laghetto di Expo». Ora il piano B passa agli uffici tecnici di Comune e Provincia di Milano, Consorzio Villoresi, che hanno un mese e mezzo per dire la loro. La partita Vie d’acqua è tutt’altro che chiusa.

luca.zorloni@ilgiorno.net Twitter: @Luke_like

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