Teo Mammucari: "Iena sì ma in libertà, ricomincio da te...o"

Il presentatore tv si racconta a teatro: dall'infanzia in povertà alla ribalta della tv di PIERO DEGLI ANTONI

Teo Mammuccari

Teo Mammuccari

Milano, 3 febbraio 2016 - Teo Mammuccari esce dalla gabbia delle “Iene” e torna sul palco. Oggi è al Sociale di Busto, mentre domenica sarà al Nuovo di Milano per rodare lo spettacolo “Ricomincio da te...o”.

Di che parlerà?

«Racconterò anche di me, della mia vita. Io sono arrivato in tv a 35 anni, ma prima ho vissuto di villaggi, di cabaret. Ci sono 5 o 6 episodi che val la pena di raccontare...»

Cominciamo dal primo.

«Una volta dovevo fare un film con Massimo Ferrero. Mi chiama e mi dà un copione. Io stavo a Miami, invece di andare in spiaggia mi chiudo in camera a leggerlo. I due protagonisti erano un anziano di 75 anni e un bambino. Quando rivedo Ferrero gli dico: “Molto bello, ma si tratta di un uomo di 75 anni e di un bambino, il ruolo per me non c’è”. E lui, dopo una lunghissima pausa, con la sua caratteristica voce roca (lo imita, ndr): “Embe’, il ruolo ce lo metti tu”».

Ci racconti un altro aneddoto, sia gentile...

«Ero a Miami, mi ero fidanzato con una ragazza di cui ero innamorato. Per i miei 50 anni mi sono voluto fare un regalo speciale: affittare una Ferrari per un giorno. Era tutto organizzato: con la Ferrari sarei andato a prendere la ragazza, poi la cena nel miglior ristorante di Miami, tutto bellissimo... Poco prima di uscire suonano alla porta. Chi è? Mia sorella di 65 anni che era venuta fin lì per farmi una sorpresa...».

Le donne sono il suo debole, dica la verità. Nello spettacolo come ne parla?

«Con le donne non ci ho mai capito nulla, almeno finché mio nonno non mi ha dato un consiglio prezioso: “È inutile che ci provi, se ci stanno ci provano loro”. Memore di questo ammonimento, sono uscito per due mesi con una ragazza che mi piaceva molto, ma non ho mai fatto la prima mossa. Dopo due mesi, una sera questa mi prende da parte e mi fa: “Adesso basta, voglio fare sesso, voglio lasciarmi andare, voglio divertirmi. Stasera sei impegnato?” E io, naturalmente, rispondo “No”, pensando che il nonno avesse proprio ragione. E lei: “Allora mi tieni il cane?”. Giuro che è vera».

Lei ha fatto gavetta insieme con Max Giusti, Gabriele Cirilli, Enzo Salvi, Flavio Insinna...

«Dopo 10 anni di villaggi avevo capito che l’unico modo per avere visibilità era un posto dove esibirsi. Così ho aperto un localino da 150 posti, io cominciavo lo show e poi venivano loro, ci sono stati anche Ale e Franz, Ficarra e Picone. È stata una grande palestra. Siccome però non avevo molti soldi, facevo tutto io, rispondevo anche al telefono. E se suonava durante il mio spettacolo, mi fermavo, rispondevo, prendevo le prenotazioni - “siete in 4?” - poi ricominciavo. Un giorno mi è venuta l’idea di inserire la telefonata nella mia esibizione, con il vivavoce. Tra il pubblico c’era Giovannino Benincasa. E da lì è nato ’Libero’. Anche ’Velone’ è frutto del caso».

Racconti pure.

«Ero ospite in un villaggio turistico con Lorenzo Beccati, il braccio destro di Antonio Ricci. Il responsabile della struttura ci chiede di fare uno spettacolo serale, una specie di “Veline”. Ma alla sera, guardando tra il pubblico, mi accorgo che sono tutte signore piuttosto anziane. Allora mi adeguo: le tratto come fossero Veline prendendole un po’ in giro. Alla fine della serata, Beccati mi dice: ’Ho avuto una folgorazione...’. Era nata la variante delle “Velone”».

Mi racconti di quando rubava la spesa alle vecchiette...

«Vengo da una famiglia povera, ho conosciuto molti disagi. Vivevo con mio cugino in un piccolo appartamento, non avevamo neanche i soldi per mangiare. Un giorno dal balcone vedo una signora anziana che arriva con la sporta della spesa. Allora mi precipito ad aiutarla, carico i pacchi nell’ascensore e poi do a mio cugino, che aspettava di sopra, il segnale concordato: ’A posto’, urlo. Lui chiama l’ascensore, e quando la cabina torna giù è vuota. Abbiamo ripetuto lo scherzetto qualche volta, ma poi gli inquilini si sono passati la voce e abbiamo dovuto cambiare casa...»

Le “Iene“ quest’anno addirittura raddoppia. Non c’è il rischio di saturazione?

«Non posso criticare le ’Iene’ perché delle 24 trasmissioni che ho fatto forse è quella che amo di più. Il problema è che c’è carenza televisiva, nuovi programmi non se ne fanno, e quindi... Ma mi piacerebbe tornare quando Ilary sarà pronta. Ho chiesto a Parenti di rifare “Le Iene” con lei da ottobre, e lui non l’ha escluso...».

di PIERO DEGLI ANTONI

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