
Uno sciopero Atm (Archivio)
Milano, 31 maggio 2015 - Ora c'è anche la data. E quella che fino a tre giorni fa era solo una minaccia si è trasformata inevitabilmente in realtà: la Cub ha proclamato uno sciopero dei lavoratori di Atm per l’11 giugno. La comunicazione, da inviare per legge almeno dieci giorni prima dell’agitazione, è arrivata venerdì: tutti fermi dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 fino a fine servizio, con fasce di garanzia da inizio servizio alle 8.45 e tra le 15 e le 18. Non è tutto. Alla protesta dei Cub si unirà, lo stesso giorno, quella dell’Usb, pure estesa alla scala regionale: «I contratti di molte aziende di trasporto che servono le province lombarde sono scaduti o in scadenza – spiega Aldo Pignataro, coordinatore dell’Usb – e messi a rischio dai tagli decisi dal Governo e a cascata dalla Regione: abbiamo chiesto un incontro a Palazzo Lombardia, anche per scongiurare eventuali esuberi, ma non ci hanno risposto».
La piattaforma dello sciopero, dai Cub all’Usb, resta quindi ampia: dal mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro all’accordo Expo, dal Jobs Act al rinnovo degli appalti. Certo, se dovessimo stare solo al numero di tessere del sindacato di base tra i dipendenti dell’azienda di trasporti, nessuno dovrebbe preoccuparsi. Ma basta la coincidenza di poche adesioni concentrate però nelle sale operative per far sì che lo sciopero - macchinisti sì, macchinisti no - finisca per bloccare la metropolitana. In questo senso, il precedente del 28 aprile è troppo fresco per non preoccupare vertici di Foro Buonaparte e piani alti di Palazzo Diotti: quel giorno, la mobilitazione richiamò tutti gli scontenti dell’accordo per Expo (compresi quelli iscritti o vicini alle sigle confederali), riuscendo a sorpresa a fermare le quattro linee del metrò. Dobbiamo prepararci al giovedì nero? La risposta arriverà in settimana, quando certamente il prefetto Francesco Paolo Tronca convocherà i rappresentanti sindacali per cercare l’ennesima mediazione. Difficile dire se riuscirà a scongiurare la protesta, anche perché i recentissimi tentativi di placare gli animi si sono conclusi con un nulla di fatto. L’alternativa, già adottata in occasione dello sciopero dell’Usb del 15 maggio, è una sola: precettare macchinisti e tranvieri per evitare che la città dell’Expo vada in tilt.
di Giambattista Anastasio e Nicola Palma