SuperBaranzini, record mondiale di corsa a 45 anni. «L’ultramaratona? È come esplorare un oceano»

Il varesino del Road Runners Milano in 12 ore ha percorso 148,177 km sul tapis roulant. «Correre in 1 metro per 60 è impegnativo mentalmente. Servono tattiche per distrarsi» di Daniele Monaco

Daniele Baranzini sul tapis roulant: ha stabilito il record di distanza sulle 12 ore a Expo

Daniele Baranzini sul tapis roulant: ha stabilito il record di distanza sulle 12 ore a Expo

Milano, 22 settembre 2015 – Con una sgambata di quasi 150 chilometri sarebbe arrivato da Milano a Reggio Emilia, invece è rimasto sempre fermo nello stesso posto. In compenso Daniele Baranzini, ultramaratoneta 45enne di Busto Arsizio del team Road Runners Milano, ha stabilito il record mondiale di distanza percorsa su tapis roulant in 12 ore: ben 148,177 km, una media 4’51’’ al chilometro (12,3 km/h). Lo ha fatto nella Technogym Arena a Expo, dove l’impresa è stata registrata negli annali del “Rekord Klub Saxonia”.

Numeri che fanno impallidire il Guinness World Record, fermo ai 129,6 km del russo Denis Mikhaylov. Insieme a lui, mentre Matteo Renzi incontrava Bono Vox al Padiglione Zero, Ivan Cudin e Vito Intini (nella foto a destraIvan Cudin, Daniele Baranzini, Vito Intinihanno stabilito il record mondiale a staffetta su treadmill con 175,617 km sempre in 12 ore. Baranzini, Psicologia professionista, ricercatore del Trinity college di Dublino, ha iniziato a correre a 41 anni e da allora è diventato un podista polivalente. Nel 2014 è campione assoluto nazionale della 24 ore su strada (227,277 km) a Putignano, nel 2015 vince il titolo italiano Master Fidal sugli appena 3mila metri indoor (in 9’26’’15).

Baranzini, record mondiale di corsa a 45 anni: è sorpreso? «Il risultato non nasce dal caso. L’ultramaratona è uno sport maturo, come esplorare un oceano. Un viaggio diverso alla scoperta dei propri limiti. Chi affronta una gara su macchina vive una corsa interiore sproporzionata rispetto a quella reale».

Ci sono stati problemi nella 12 ore? «Una crisi di due ore intorno al km 100. Ci sono varie tattiche per distrarre la mente dalla stanchezza come ripetere filastrocche o cambiare la velocità, che ho mantenuto sempre fra 12,7 e 12,3 km/h. C’era poi da battere il record di Dider Stein, 147,51 km. Comunque, ho anche fatto una ‘sosta in movimento’ per cambiare le scarpe, passando dal tipo A1 ad A3».

Poi ha consumato 10.666 calorie... «E in 24 ore si arriva a 18mila. In realtà ho bevuto e mangiato per 12 ore. Per le prime sei ore maltodestrine in polvere mescolate ad acqua. Bevevo un goccio ogni due minuti insieme a sali minerali, sodio effervescente in pastiglie, zuccheri, gel e carboidrati in gel di facile assimilazione, pezzi minuscoli di frutta, banana o fragola. Pochissimi solidi per non distrarre il sangue dalle gambe all’intestino».

Daniele BaranziniÈ più difficile correre su strada o su tapis roulant? «Su treadmill non c’è vento, il corpo suda e si riscalda in fretta. Manca una vera spinta in avanti e aumenta il lavoro a carico di caviglie e polpacci. Correre in un metro per 60 è impegnativo mentalmente. Ma a Expo ero fortunato: davanti a me c’era un vero 'cinema'. Lo spettacolo del Decumano affollato e molte persone stupite, imbarazzate o contente venivano a osservarmi».

Cosa ha dimostrato alla platea? «L’impresa sportiva era anche ‘sociale’. Mentre correvo Renzi e Bono Vox parlavano a Expo sulla fame del mondo. Noi, tramite il World Food Programme Onu che assiste 20 milioni di bambini nel mondo, trasformeremo il nostro movimento misurato da un’app Technogym in una grande quantità di buoni pasto per le scuole bisognose».

Quali sono le competizioni che ricorda con maggior piacere? «Il terzo posto sulla 24 ore ai mondiali in Olanda nel 2013. E poi la concept run UltraMaggiore, ideata da me: nel 2012 ho percorso 173 chilometri intorno al bacino lacustre in 17 ore in omaggio al Lago Maggiore»..

Due settimane dopo i 148 km di Expo ti sei cimentato anche sulla velocità? «A Bastia Umbra il 19 e 20 settembre ho corso i 5mila metri in 16’40’’ e i 400 metri in 59’’. Quest’ultimo risultato è in linea con le mie performance. Il dato interessante è che il lavoro anaerobico sembra non essere stato influenzato dal grande sforzo aerobico sulle 12 ore. Dovrò studiarlo con i fisioterapisti»Un momento della corsa di Baranzini, Intini e Cudin su tapis roulant

Come puoi coniugare da runner gare di ultramaratona e velocità sui 400 metri? «Entrambe sono gioielli della corsa, ma agli antipodi. La differenza è il colore che dai al gesto atletico e al modo in cui pieghi il tempo. La corsa sui 400 metri può essere lunga quanto una 24 ore, se percepisci tutte le frazioni del gesto atletico come un evento a sé. E viceversa».

Daresti un consiglio a chi vuole seguire le tue orme? «Scegliere una distanza da percorrere e arrivare al traguardo, anche solo camminando. L’importante è non strafare e tenere presente che 42,195 km è una misura arbitraria, il termine ultramaratona può voler dire tutto e niente». daniele.monaco@ilgiorno.net

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