Treni, non solo ritardi: ora i pendolari viaggiano con l’incubo delle rapine

Da Bergamo a Lecco, un’escalation di violenze di Michele Andreucci

Polizia ferroviaria in azione

Polizia ferroviaria in azione

Bergamo, 22 marzo 2105 - I pendolari devono fronteggiare una nuova emergenza: le rapine sui treni. Un fenomeno che, negli ultimi mesi, ha fatto registrare una preoccupante escalation, soprattutto sulla linea Bergamo-Milano. L’ultimo episodio ha visto nell’inconsueta parte della vittima un rappresentante delle forze dell’ordine, il vicequestore Angelo Lino Murtas, da due anni responsabile del commissariato di polizia di Treviglio, che giovedì sera, intorno alle 22,30, mentre si trovava sul convoglio Treviglio-Bergamo e stava facendo ritorno a casa, è stato aggredito e rapinato dello smatrphone da due immigrati. Il dirigente ha reagito e ha ingaggiato una violenta colluttazione con i due, arrivando a sparare un colpo di pistola in aria per farli desistere.

I malviventi sono riusciti a fuggire, mentre Murtas è stato accompagnato in ospedale, da dove è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni, a causa della frattura dello scafoide del polso sinistro e di una contusione alla rachide cervicale per la quale dovrà portare per qualche tempo un collarino. Mentre il vicequestore veniva aggredito, i suoi colleghi della questura di Lecco terminavano gli accertamenti nei confronti di un senegalese di 32 anni, Ndir Modou Niang, domiciliato a Merate, che lo stesso Murtas aveva arrestato lo scorso gennaio proprio per una rapina con violenza sessuale ai danni di una passeggera della linea Lecco-Bergamo.

La polizia di Lecco ha appurato che altri due fatti analoghi sono riconducibili al senegalese: venerdì mattina gli hanno notificato, in carcere a Bergamo, le nuove accuse. I due nuovi episodi risalgono al 29 ottobre, quando il 32enne rapinò una ragazza sul treno Lecco-Milano, e al 26 novembre, giorno in cui sempre mise a segno un colpo simile ai danni di un’altra ragazza sulla Lecco-Bergamo. Sempre identiche le modalità: l’extracomunitario, armato di coltello da cucina, aveva minacciato le vittime, si era fatto consegnare il cellulare, poi era fuggito. Entrambe le rapine erano avvenute poco prima dell’arrivo del treno alla stazione di Calolziocorte, dove il senegalese era sceso e aveva fatto perdere le tracce. Il 28 febbraio scorso, invece, la squadra mobile e la polfer di Bergamo avevano sgominato una baby gang , che era solita prendere di mira sui treni gli studenti, perlopiù minorenni, ai quali strappavano di mano il cellulare.

«Se lo rivuoi, devi pagare», intimavano poi alle vittime. In un caso, per strada in via Bono, a Bergamo, il capobanda non aveva esitato a estrarre un coltello. Peccato che il “capetto”, un serbo residente nell’Isola Bergamasca, avesse solo 13 anni, quindi non imputabile. Da lui gli agenti erano risaliti agli altri componenti della baby gang, riuscendo a denunciare un 18enne del Burkina Faso e individuando il terzo complice, anch’egli 18enne. Le indagini erano state condotte in collaborazione con la Polfer di Lecco. I tre sono accusati di cinque colpi, tre avvenuti sulla linea Bergamo-Lecco. Le altre rapine erano state compiute il 7 gennaio su un convoglio della Teb (Tramvie elettriche bergamasche) all’arrivo a Bergamo, e il 15 gennaio.

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