A LEZIONE DI DIALETTO / Pin Pin Cavallin e la follia della povera Rosalinda

Da dove nasce la filastrocca di Pin Pin Cavallin? E' la storia dell'amicizia fra un bambino e un medico che si sono conosciuti all'epoca di complicati intrighi di corte... di GIANFRANCO GANDINI

La rubrica "Tòcch de Milan" di Gianfranco Gandini

La rubrica "Tòcch de Milan" di Gianfranco Gandini

Milano, 23 aprile 2016 - Approfittiamo di questa storia per vedere come volge al plurale un sostantivo maschile terminante in «in». Se il sostantivo è diminutivo allora al plurale termina in «itt» (el ciccolatini ciccolatitt) altrimenti resta invariato (el postin – i postin).

Pin pin cavallin... Dal gioco fra un medico, Giuseppe Cavalli e il figlio di Rosalinda Visconti e Ludovico Birago, nacque la filastrocca: «Pin pin cavallin, acqua calda, acqua freggia, ten tì quell, damm a mì quest», divenuto poi quello più attuale: «Pin pin cavallin, sòtt’ al pee del tavolin, pan pòss pan fresch, indovina che l’è pròppi quest».

Ma andiamo con ordine. Rosalinda Visconti e Ludovico Birago avevano avuto un figlio, Giuseppe, ma la loro vita purtroppo stava per volgere al peggio in quanto don Ferrante Gonzaga, governatore di Milano, invaghitosi della bella Rosalinda, inventò una falsa accusa di tradimento nei confronti di Ludovico Birago, facendolo esiliare. Rosalinda si recò da don Ferrante, con il pargoletto, cercando di intercedere per il marito ma don Ferrante ne approfittò per farla imprigionare nel castello di Abbiategrasso, dove periodicamente si recava per cercare i favori della sventurata che, però, non cedette mai. La poverina, martoriata dalle insistenze del Gonzaga, dalle minacce, dalle privazioni, resistette per cinque lunghi anni ma poi, stremata, finì con l’impazzire. Ormai la bella Rosalinda era stata soprannominata «Matta Biraga»: e qui notiamo un’usanza milanese che vede attribuire alla figura femminile, il nome del marito o del padre, traslato al femminile (il marito Birago)

Fu allora che venne chiamato il medico Giuseppe Cavalli che era soprannominato Pin Cavallin: Pin in quanto diminutivo di Giuseppe e Cavallin data la sua bassa statura, perché trovasse il rimedio per far rinsavire la povera Rosalinda. Tuttavia le cure prescritte di bagni in acqua calda, alternati a bagni di acqua fredda non sortirono alcun effetto. E mentre il piccolo Giuseppe cresceva, Rosalinda sembrava peggiorasse nel suo stato di follia. Il marito di Rosalinda che nel frattempo era diventato colonnello nell’esercito piemontese, organizzò un attacco al castello di Abbiategrasso per poter liberare la moglie. Riuscito nell’intento si riunì alla sua adorata Rosalinda e al figlio Giuseppe che durante quegli anni era diventato amico del Pin Cavallin, col quale faceva spesso un gioco che consisteva, tramite la filastrocca, di indovinare in quale mano il medico nascondesse un confetto, così da poterlo mangiare.

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