Travolta e uccisa da treno: choc per la morte di Lisa la ragazza che amava la moda

Il ricordo dei prof: era sempre lei a guidare i compagni in classe di NICOLA PALMA e MARIANNA VAZZANA - "Auricolari per evitare i contatti". L'esperta: così i ragazzi si isolano

Lisa Di Grisolo in un book fotografico: sognava di fare la modella

Lisa Di Grisolo in un book fotografico: sognava di fare la modella

Milano, 22 aprile 2016 - «Ah, se avessi dieci anni in meno...», le aveva sussurrato Angelo mercoledì mattina. E ora a ricordare quella frase detta per scherzo scappa una lacrima all’omone tatuato di via Aldini: «Non ci posso credere». Lisa era così: ammaliava tutti, un po’ per il fisico statuario che spiccava tra le ragazze della sua età e un po’ per il sorriso puro che dispensava senza risparmiarsi. Sveglia la mattina presto per andare a scuola dall’altra parte della città: da Quarto Oggiaro a viale Lombardia, una metropoli attraversata da un capo all’altro per inseguire il sogno di una vita. Entrare nel mondo della moda, che fosse da modella oppure da fashion designer. Ieri mattina tutto è svanito in pochi istanti: le cuffie alle orecchie (così hanno raccontato i testimoni agli agenti della Polfer), la testa chissà dove e la fatale imprudenza di attraversare i binari per raggiungere il treno del Passante.

Di lei restano le tante foto postate sui social (subito inondati di messaggi di vicinanza alla famiglia) che rimandano intatta la bellezza da copertina e la sfrontatezza di una diciottenne con una voglia matta di vivere al massimo. I pomeriggi al parco a bere qualche birra e scambiarsi confidenze. Il tatuaggio della pistola come il suo idolo Rihanna, alla quale aveva pure «rubato» il soprannome Riri. I selfie nei locali del centro con le amiche del cuore. Gli scatti in abiti succinti. Le istantanee divertite nel backstage con truccatori e parrucchieri. Tutto o quasi, sul profilo Facebook, parla della passione di Lisa Di Grisolo: le passerelle. Una passione che l’aveva spinta così giovane a proporsi per i provini (ed è una tristezza ora vedere il suo profilo perso tra i mille dell’archivio informatico di un’agenzia in zona Garibaldi). Una passione che risale ai tempi delle medie, se è vero che sul web si ritrovano ancora gli articoli datati 2011 per il blog della scuola Vico.

Uno di questi si intitola proprio «Dimmi come ti vesti e ti dirò se sei trendy...», con un’accurata descrizione dei capi d’abbigliamento ai tempi più in voga tra gli adolescenti dell’istituto. Non solo moda, però. In un’altra inchiestina, Lisa e gli altri giovanissimi redattori improvvisati si interrogavano sul tema droga. In via Orsini se la ricordano eccome quella spilungona che adorava educazione artistica e materie letterarie e zoppicava un po’ in matematica: «Era sempre lei a farsi portavoce per i suoi compagni – ti dicono i prof sconvolti dalla notizia –. Aveva un carattere forte». Lo conferma pure Giorgio Galanti, preside dell’istituto Caterina da Siena dove la diciottenne stava seguendo un corso di formazione professionale in Fashion design: «Era sempre attiva: al primo anno propose una sfilata di moda in aula durante la co-gestione». Nel pomeriggio, i docenti hanno avvisato a malincuore le famiglie dei suoi compagni di classe: «Per la mia vice – confida Galanti – era come una figlia». E un po’ lo era per tutti.

di NICOLA PALMA e MARIANNA VAZZANA

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