Expo, Corea nord e Caraibi non pervenuti: i «fantasmi» del Cluster del mare

Spazi vuoti dopo un mese. E la Sicilia vuole rivedere la convenzione

STAND L’area della Corea del nord ha solo dei tabelloni alle pareti

STAND L’area della Corea del nord ha solo dei tabelloni alle pareti

Milano, 29 maggio 2015 - Il bancone vuoto.Le teche spoglie. Neanche un visitatore. L’unico segno di vita nello spazio della Corea del nord all’Expo di Milano sono alcuni sacchetti di souvenir sotto chiave. Nel complesso, uno stand fantasma. Premessa: Pyongyang non ha un padiglione proprio, ma ha acquistato uno spazio dentro il cluster del mare e delle isole, ed è stata l’ultima nazione ad annunciare la propria partecipazione. Il commissario unico, Giuseppe Sala, ne aveva dato notizia l’11 aprile, precisando che la Repubblica popolare democratica di Corea avrebbe allestito una mostra sul ginseng. Non pervenuta, salvo qualche tabellone. I vicini di casa del Madagascar spiegano che la delegazione di Pyongyang è arrivata settimana scorsa: «Quando vanno via, portano via tutto». «Ci sono quattro ragazze e un uomo che le coordina», racconta lo staff dell’area delle Maldive. Tuttavia, come sintetizzano i coordinatori del cluster, la presenza è ballerina.

La Corea del nord non è il solo pezzo che manca a completare il puzzle del cluster del mare e delle isole, uno dei nove padiglioni collettivi di Expo, che riuniscono i Paesi che non avrebbero potuto costruirne uno proprio. L’area della Guinea Bissau è vuota. A quattro settimane dall’inaugurazione di Expo, il padiglione della Comunità caraibica (Caricom) non ha nemmeno aperto i battenti. L’organizzazione internazionale dovrebbe rappresentare a Expo Barbados, Belize, Dominica, Grenada, Guyana, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Suriname. «Non è ancora arrivata la delegazione», spiegano i responsabili del cluster. L’unico spazio che attira i visitatori è quello della Maldive, con un soffitto interattivo che proietta scorci dell’arcipelago. La curatela della mostra è dell’università Bicocca di Milano, che proprio su uno degli atolli nell’Oceano Indiano ha aperto un centro di ricerca sul futuro degli ecosistemi tropicali.

Nel complesso, a un mese dall’inizio i cluster iniziano a muovere i primi passi. Nell’area delle zone aride i Paesi si sono arrangiati con musica e banchetti esterni dove esporre la merce. Nello spazio del Biomediterraneo ieri ha aperto il Libano, l’ultimo atteso. Tuttavia nei giorni scorsi Nino Caleca, assessore all’Agricoltura di Regione Sicilia (che gestisce gli spazi) ha precisato che intende «rivalutare il contenuto della convenzione, soprattutto sotto il profilo economico» con Expo. Valore: tre milioni di euro.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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