Expo, il pasticciaccio del Biomediterraneo: la Sicilia pensa al risarcimento danni

Il cluster sotto osservazione. Crocetta istituisce una task force di controllo. L’Algeria: mosaici antichi fermi a Malpensa

La piazza coperta  del cluster Biomediterraneo

La piazza coperta del cluster Biomediterraneo

Milano, 8 maggio 2015 - In principio ci sono le foto che immortalano Dario Cartabellotta, commissario del cluster Bio-mediterraneo e manager della Regione Sicilia, asciugare la piazza del padiglione allagata dalla pioggia del primo maggio. In una settimana, la telenovela del cluster Biomediterraneo è diventata l’emblema dei problemi che affliggono questi spazi collettivi all’Esposizione universale di Milano (VIDEO), ideati per dare una vetrina anche ai Paesi che da soli non avrebbero potuto partecipare. E ora Expo rischia anche una citazione per danni. Ieri l’ultima puntata, con due filoni: i mal di pancia di Regione Sicilia, ente coordinatore del cluster, e le magagne dei Paesi aderenti.

Partiamo dal primo. Palazzo d’Orléans ha schierato una task force a vigilare sulla gestione Cartabellotta. Ieri il dirigente è volato a Palermo per un vertice con il governatore, Rosario Crocetta, e l’assessore all’Agricoltura, Nino Caleca. Ne è uscita la linea ufficiale di Palazzo d’Orléans: rimanere al timone del padiglione. La Sicilia pagherà i tre milioni di euro che Caleca aveva minacciato di non voler versare nelle casse di Expo. Cartabellotta può contare su altri 500mila euro, «raccolti dalle aziende siciliane che hanno aderito al cluster – spiega –. Servono per le spese di funzionamento e i servizi di Manpower (l’agenzia interinale che fornisce personale a Expo, ndr). I conti ora passeranno sotto la lente «di un comitato di supporto e ispezione – puntualizza Crocetta – per fare chiarezza in un’ottica di trasparenza. Nessuna frattura con Cartabellotta». Nel cluster proseguono le attività. Il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, ha rassicurato sulla soluzione dei problemi: il tetto traforato mette a repentaglio i macchinari audio-video; manca la connessione a internet (ieri sono arrivati i telefoni); il padiglione è poco visibile, nonostante stia accanto all’Albero della vita; la piazza è sporca. Tuttavia, Crocetta avverte: «Valuteremo eventuali azioni di risarcimento danni nei confronti degli organizzatori di Expo».

L’altro filone riguarda i Paesi ospiti nel cluster: sono dieci, tutti operativi tranne il Libano (dovrebbe aprire tra due giorni). Ieri c’è stata l’ennesima riunione con Expo per mettere mano alle grane. «Mancano le indicazioni – sottolinea Antoinette Catania, vicecommissario per Malta –. Nemmeno i volontari ci sanno individuare». Ciononostante, i visitatori sono raddoppiati: dai 380 del primo maggio ai 600 di mercoledì. Gli algerini sono furibondi. «Da due anni diciamo agli organizzatori di decorare le pareti per rendere i padiglioni riconoscibili. Solo adesso ci danno ragione – scandisce il direttore, Mustapha Ariche –. Non abbiamo la merce: dal 15 aprile nei magazzini dell’aeroporto di Malpensa sono fermi mosaici del secondo secolo dopo Cristo e Db Shenker (il partner di Expo per la logistica, ndr) non ce li consegna. Stanotte (ieri per chi legge, ndr) siamo stati qui ad aspettarli, non si sono presentati né rispondono ai telefoni». Per prestare i mosaici a Expo c’è voluto il via libera del ministero della Cultura. «Sono molto preziosi – lamenta Ariche – ma Expo non ci permette neanche di portarli dentro con la nostra macchina».

luca.zorloni@ilgiorno.net

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