“ZeroPerCento”: una bottega solidale per i disoccupati e a km zero

L'idea di una ragazza di 28 anni: "A mandare avanti l’attività saranno disoccupati da almeno sei mesi (il 30% apparterrà a categorie svantaggiate). L’emporio ZeroPerCento avrà prodotti sfusi e a chilometro zero e grazie al ricavato delle vendite le famiglie in difficoltà riceveranno “punti” per fare spesa senza spendere soldi di MARIANNA VAZZANA

Teresa Scorza, 28 anni

Teresa Scorza, 28 anni

Milano, 26 aprile 2016 - Una bottega solidale con prodotti a chilometro zero per dare un lavoro ai disoccupati. È “ZeroPerCento”, un’idea di Teresa Scorza, 28 anni, che ha fondato la cooperativa sociale Namastè insieme ad altri ragazzi. «Ora stiamo cercando uno spazio idoneo al nostro progetto. Abbiamo partecipato a bandi di fondazioni e promosso un crowdfunding (raccolta fondi, ndr), per poter partire». Negli occhi ha l’entusiasmo di chi si lancia in una nuova impresa con impegno e dedizione. Sorride e non vede l’ora di vedere la sua creatura prendere forma. Teresa, che vive a Rho, punta su Milano per sviluppare il suo sogno: «La città ideale», dice. A disposizione mette la sua competenza e le sue capacità, «lavoro per diverse realtà sociali occupandomi della parte amministrativa e progettuale». E le sue giornate non sono mai le stesse. Ma c’è un punto fermo: il darsi da fare per gli altri, ciò che l’ha spinta a compiere il primo passo per creare qualcosa di nuovo.

Cosa sarà ZeroPerCento? Una bottega solidale in cui trovare prodotti sfusi e a chilometro zero «che arriveranno - sottolinea la 28enne - da aziende agricole lombarde e realtà sociali. La particolarità: a mandare avanti l’attività saranno persone disoccupate da almeno 6 mesi (il 30 per cento dei dipendenti apparterrà inoltre a categorie cosiddette svantaggiate)». Si comincerà con 5, poi con 10 dipendenti, e a poco a poco si crescerà. Questo almeno è l’obiettivo.

Tutti avranno una collaborazione lavorativa retribuita per 9 mesi, l’inizio di un percorso. Già, «le persone verranno seguite nelle attività lavorative quotidiane ma anche nella formazione e nella ricerca di un lavoro in ambienti esterni», continua Scorza. In modo che possano spiccare il volo a esperienza conclusa. L’emporio solidale fungerà pure da centro di ascolto per seguire tutti i beneficiari e da “scuola dei mestieri”. «Alla base del progetto - sottolinea ancora la promotrice - c’è l’idea che più è lungo il periodo di inattività, più è difficile reinserirsi nei contesti lavorativi». Ma non c’è solo il lavoro: la bottega nascitura sarà aperta a tutti i milanesi, chiunque potrà acquistare i prodotti provenienti dalle campagne lombarde. Quindi ZeroPerCento porterà un servizio in un quartiere della città (ancora da individuare).

E la missione sociale non si esaurisce qui. Perché l’intenzione è tendere una mano anche «a chi fatica ad arrivare a fine mese e a fare la spesa per problemi economici. Tante famiglie vivono questa situazione quotidianamente, purtroppo», riflette Teresa. Ecco allora la marcia in più: «Con il ricavato delle vendite si consentirà a famiglie di disoccupati di fare la spesa in bottega pagando non in contanti ma attraverso punti assegnati in base a criteri oggettivi (mesi di disoccupazione, figli a carico, reddito annuo, canoni di affitto e non solo)». Un valore aggiunto. È possibile partecipare alla campagna di raccolta fondi per sostenere l’attività (su www.produzionidalbasso.com/project/zeropercento). «I soldi racconti con questa campagna - conclude la 28enne - serviranno per coprire le prime spese: arredamento e acquisto delle attrezzature, materie prime iniziali e prime assunzioni di personale».

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