Zanzare infreddolite ma indistruttibili: "Colpa dei milanesi che le allevano"

L’entomologo mette nel mirino tombini, vasi e condizionatori

Carlo Lozzia, professore di Entomologia generale e applicata (Newpress)

Carlo Lozzia, professore di Entomologia generale e applicata (Newpress)

Milano, 26 ottobre 2017 - Zanzare da maggio a fine ottobre: la convivenza si fa più lunga e fastidiosa, anche a Milano. Sono diventate più resistenti e cattive? La domanda ricorrente, negli uffici e negli appartamenti dove la “caccia”, purtroppo, non si è ancora chiusa. «Nulla di anomalo – rassicura Carlo Lozzia, professore di Entomologia Generale e Applicata dell’Università degli Studi –. La presenza massiccia della zanzara è dovuta a un fatto: si sta prolungando la bella stagione. È come se fossimo a settembre, solo al mattino fa un po’ più freddo, ma non abbastanza. Così le zanzare, infreddolite, cercano di entrare in casa». Zanzare comuni di notte, zanzare tigri di giorno: «Non sono più resistenti, sono sempre loro, che approfittano dell’autunno bello per sopravvivere e cercano di entrare negli appartamenti per svernare», continua l’entomologo.

Un’anomalia, però, c’è. «Non piove, c’è molta meno acqua in città che ristagna – sottolinea Lozzia –. Potenzialmente dovrebbero esserci meno siti in cui possono andare a deporre le uova, ma evidentemente l’acqua che trovano e sufficiente a mantenere la “popolazione” attuale». Che continua a farsi sentire nei quartieri milanesi, da Linate alla periferia sud, da Città Studi al centro. «Le stiamo allevando nelle tombinature ma anche con i condizionatori», continua l’esperto che sfata un’altra leggenda da ufficio: le zanzare non riescono a entrare passando dai bocchettoni dell’aria condizionata. «Certo, i condizionatori quando sono accesi d’estate creano un minimo di condensa e a loro bastano due centimetri d’acqua – ricorda il professore –. Siamo ‘allevatori di zanzare’. Lo abbiamo dimostrato anche con i nostri studi. Le alleviamo anche in terrazza e da lì sono subito in casa. Il consiglio è mettere fili di rame nei sottovasi perché funziona da deterrente». 

È il secondo anno che Milano scopre le zanzare d’ottobre: ma se lo scorso anno le aveva salutate nei primi dieci giorni del mese, quest’anno con le temperature che difficilmente scendono sotto 7 gradi la convivenza forzata continua e dà da pensare al Comune. «Se questo sarà il clima, per la disinfestazione si dovrà considerare anche ottobre. Bisognerà regolarsi», conferma Lozzia. Altro insetto che bussa alle porte di Milano è la cimice. Anzi, sono le cimici. «Ci sono in particolare quelle del genere Rhaphigaster nebulosa, cimici marroni che ai primi freddi lasciano alberature e cespugli ed entrano nelle case per svernare – spiega Lozzia –. È un fenomeno in crescita soprattutto in quelle abitazioni che confinano con aree coltivate verdi, ma non ci deve preoccupare: l’unico inconveniente è l’odore repellente, non pungono l’uomo o gli animali, non provocano allergie, sono innocue. Il fastidio è visivo: se non in presenza di numeri importanti si sconsiglia di intervenire con insetticidi domestici, basta la “rimozione manuale”». Capitolo a parte meritano le temute asiatiche, Halyomorpha halis: «Si stanno diffondendo in vari parti del nostro paese causando danni importanti a livello agricolo in questo periodo, ma non è un fenomeno urbano». Almeno per ora.

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