I segreti dei writer: tattiche da guerriglia spray al catrame e cambio delle tag / VIDEO

Milano terra di conquista di nuove leve. Le nuove tag aumentano del 15-20% ogni anno

Writer in azione

Writer in azione

Milano, 8 settembre 2016 - Hot è il soprannome di uno dei graffitari che ha lasciato la sua firma fra i quartieri di Milano. Ma dietro alle tag “Reato” o “Uagliò ” c’è sempre la mano di “Hot”, che poi ha deciso di cambiare ancora nome firmandosi “Furbo” o “Burf”. Cambiano le abitudini dei writer milanesi, la fedeltà alla tag non esiste più. Si usano più sigle per cercare di depistare le indagini altrimenti ci si rifugia nel nome della crew, della banda. "A seguito delle attività di contrasto della procura e del nucleo della polizia locale lo scenario del graffitismo milanese appare modificato – spiega Fabiola Minoletti, studiosa del fenomeno –. Le storiche e consolidate crew come la Wca, la Cto, la Mw si sono fermate e hanno lasciato libero il territorio, che è diventato subito terra di conquista di nuove leve e nuove crew. Ora abbiamo ad esempio la Swe e la Bmc sul territorio, la Vots sulla metropolitana".

Le nuove tag aumentano del 15-20% ogni anno. Spuntano Boer, Meth, Aper, Hazo. Solo il 2% dei writer è di sesso femminile: in questo caso nella firma utilizzano spesso l’abbreviazione del nome. Cambiano le firme, cambiano pure strategie e location. Si punta in alto e a obiettivi più difficili da raggiungere "e quindi da cancellare – sottolinea l’esperta – il loro scopo è quello di restare nel tempo". Per questo prediligono anche tecniche più indelebili, come la "tag al catrame", nuova tecnica importata da Marsiglia. Nell’assalto ai treni si sta diffondendo anche il Backjump: il graffito viene realizzato giusto il tempo della fermata di un treno o del metrò.

"Nel 2015 e 2016 si è osservato un aumento della tecnica di imbrattamento con il backjump e un lieve calo delle intrusioni dei depositi e dei tronchini nella metropolitana milanese, tale fenomeno può essere causato dall’azione di contrasto in atto da parte della procura e della polizia locale, che ha destabilizzato le modalità di imbrattamento, e dal fatto che i writer vandalici si sentano più sicuri agendo in una stazione dove hanno più vie di fuga". Aumentano però gli imbrattamenti alla luce del sole e ai monumenti, come testimonia lo sfregio in casa Manzoni. Nell'ultimo periodo è cambiata anche la comunicazione: oltre ad avere più tag, i writer hanno più profili Facebook, sanno di essere sotto controllo.

"Anche nei loro messaggi sui social vanno cauti e spesso usano un linguaggio criptato", continua Minoletti. Spengono i cellulari prima e durante le intrusioni per non essere rintracciati nei tabulati. O utilizzano sim telefoniche intestate ad amici o fidanzate. "Certo è che il nucleo dell’Antigraffiti è diventato una vera leggenda nel mondo del writer vandalici, da sfidare, da schernire da maledire, ma sicuramente da evitare". La maggior parte dei writer ha fra i 19 e i 25 anni ma l’età delle new entry si abbassa sino ai 12 anni. Il 4% dei writer ha anche un fratello che compie le stesse bravate e il 100% dei genitori degli indagati sembra essere a conoscenza dell’attività del figlio. Lo giustifica.

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