Tribunale dei Brevetti, pressing per candidare Milano

La presidente della Corte d’Appello: questa città ha i numeri giusti

Marina Tavassi, presidente della Corte d’Appello  di Milano

Marina Tavassi, presidente della Corte d’Appello di Milano

Milano, 3 maggio 2019 - Cresce il pressing sul Governo perché riconosca in Milano la città da candidare a sede del Tribunale Unificato dei Brevetti (Tub) in sostituzione di Londra. Per chi non lo ricordasse, il Tub è un tribunale comunitario, un tribunale previsto dall’Unione Europea già a febbraio del 2013, e concepito con una sede tripartita: 6 anni fa si concordò, infatti, che la Corte di Prima Istanza fosse ospitata a Parigi e che venisse affiancata da due sezioni, una a Monaco di Baviera, dove c’è già l’Ufficio Brevetti Europeo, e l’altra a Londra. Per la Corte d’Appello si scelse il Lussemburgo. Il Tub non è ancora attivo ma l’accordo deve essere rivisto per effetto della Brexit: accanto a Parigi e Monaco, non più Londra ma un’altra città va scelta come terza sede della direzione centrale. Ed è qui che si inseriscono le ambizioni di Milano. Ambizioni accresciute dal fatto che alla sede di Londra sono state affidate le controversie relative alla chimica e alla biotecnologia, due settori nei quali Milano e la Lombardia sono al top in Europa.

A complicare un percorso, quello verso la candidatura, che sembrava potesse filare liscio ci si è messo il Parlamento: il 9 aprile scorso la Camera dei Deputati ha infatti approvato una mozione che sostiene una generica candidatura italiana ad ospitare la sede del Tribunale europeo alla quale Londra dovrà rinunciare. Nella mozione non c’è alcun riferimento a Milano, nonostante i partiti di opposizione (dal Pd a Forza Italia passando per Fratelli d’Italia) avessero chiesto di esplicitarlo. Da qui, anche da qui, l’appello lanciato ieri mattina da Marina Tavassi, presidente della Corte d’Appello di Milano, dopo il tavolo tecnico tenutosi sempre ieri mattina a Palazzo di Giustizia, un tavolo al quale hanno partecipato il presidente dell’Ordine degli Avvocati del capoluogo lombardo, Vinicio Nardo, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il sindaco Giuseppe Sala, parecchi esperti del settore tra i quali Cesare Galli, titolare della cattedra di Diritto industriale all’Università di Parma ed esponenti della Camera di Commercio e di Assolombarda, oltre al rettore del Politecnico Ferruccio Resta.

Al termine dell’incontro Tavassi ha spiegato che il prossimo passo sarà «prendere contatto con il Governo e in particolare con il ministro degli Esteri per una prossima riunione». Il presidente della Corte d’Appello ha sottolineato che l’aspirazione caldeggiata dal mondo giuridico, dagli avvocati, dai consulenti di proprietà industriale (già firmatari di un appello il 23 aprile) e dal mondo dei tecnici operativi sul territorio e dalle imprese, si basa anche sul fatto che «Milano ha tutti i numeri per essere una delle sedi centrali al fianco di Parigi, Monaco e al posto li Londra in caso di Brexit». Il capoluogo lombardo «copre il 39,63% della validazione dei brevetti europei di tutta Italia e il nostro Paese è al terzo posto, dopo Germania e Francia, per il numero di brevetti depositati con validità europea, precedendo la Gran Bretagna.

 

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