Lombardia, via libera alla riforma sulla sanità: sì ad un assessorato unico

A votare a favore la maggioranza di centrodestra (Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, Ncd e Fratelli d’Italia), contrarie le opposizioni (Pd, Patto civico e Movimento 5 Stelle)

La corsia di un ospedale (Foto di repertorio Germogli)

La corsia di un ospedale (Foto di repertorio Germogli)

Milano, 5 agosto 2015 - Via libera del Consiglio regionale alla riforma della governance del sistema socio-sanitario lombardo. A votare a favore la maggioranza di centrodestra (Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, Ncd e Fratelli d’Italia), contrarie le opposizioni (Pd, Patto civico e Movimento 5 Stelle). Il testo riguarda solo la governance, visto che la seconda parte della riforma (su argomenti sanitari di carattere tecnico e specialistico) sara’ invece oggetto di una revisione successiva, affidata a un nuovo provvedimento legislativo. La riforma della governance della sanita’ lombarda era approdata in aula lo scorso 14 luglio. Pd, Patto civico e Movimento 5 Stelle avevano pero’ presentato oltre 24mila odg e migliaia di emendamenti, bloccando di fatto i lavori con l’ostruzionismo. Si e’ deciso allora di costituire un tavolo di confronto maggioranza-minoranze con l’obiettivo di raggiungere un accordo in modo da superare l’ostruzionismo delle opposizioni. E ieri, in seguito ai risultati raggiunti dal tavolo, le opposizioni hanno deciso di ritirare gli odg e gli emendamenti di carattere ostruzionistico. 

Nel provvedimento c’e’ spazio anche per una riduzione e rimodulazione progressiva dei ticket in base al reddito. Prevista anche la nascita di un’Agenzia di vigilanza e controllo sull’erogazione delle prestazioni e delle cure sanitarie e sociosanitarie, che dovra’ agire in collegamento con le singole ATS. L’Agenzia sara’ costituita da un direttore nominato dal presidente della giunta regionale e da un comitato di direzione composto da 3 persone nominate su indicazione della Conferenza dei gruppi regionali di minoranza o estratte a sorte tra 10 nominativi, sempre di indicazione dei gruppi di minoranza. Viene poi istituito l’assessorato regionale unico al Welfare, che comprende i precedenti assessorati alla Salute e alla Famiglia e Solidarieta’ sociale. Da questo assessorato saranno scorporate le deleghe al Volontariato e alle pari opportunita’. A Milano trovera’ sede un grande polo pediatrico: il nuovo ‘Ospedale del Bambino’ nascera’ dall’accorpamento di Buzzi, Sacco, Fatebenefratelli e Macedonio Melloni. Viene infine incentivata, anche attraverso una sostanziale semplificazione procedurale, la prenotazione online di visite ed esami, e viene incrementato di 40 unita’ il numero delle borse di studio destinate agli specializzandi lombardi. E’ stata cancellata la cosiddetta ‘legge Dacco’’, legata a diversi scandali giudiziari, che consentiva di finanziare in modo discrezionale le strutture no profit. Verra’ perseguita, infine, una riduzione delle funzioni non tariffabili ed e’ istituita una centrale unica di acquisti.

Intervenendo in aula il governatore leghista Roberto Maroni ha detto che “Regione Lombardia prevede di recuperare, con la riforma a regime, circa 300 milioni di euro, risorse che saranno poi reinvestite nel sistema sanitario a vantaggio degli stessi cittadini lombardi, in particolare per ridurre i ticket sanitari, le liste d’attesa e le rette delle Residenza sanitarie per anziani”. Anche il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo (Ncd), ha commentato: “Nuovi utili da reinvestire in ambito sanitario e un sistema piu’ moderno e aggiornato: il nuovo sistema socio-sanitario ha ora un riferimento normativo utile ad affrontare le sfide di una societa’ che cambia, integrando ancora meglio e piu’ direttamente l’ambito sanitario con il territorio e quindi con i suoi cittadini”. Sulla stessa linea l’intervento dei due relatori, Fabio Rizzi (Lega Nord) e Angelo Capelli (Ncd), che hanno sottolineato come la riforma introduca una “riduzione sensibile dei costi, dimezzamento delle attuali Asl, aumento dei controlli, accesso piu’ facile e veloce a visite ed esami, aumento della prevenzione”.

Per Stefano Bruno Galli (capogruppo Lista Maroni) “mentre il Governo di Roma si accanisce sulle Regioni virtuose praticando inaccettabili tagli orizzontali sulla sanita’ e trascurando l’ormai indifferibile applicazione dei costi standard, la Lombardia di Maroni risponde con la riforma piu’ importante di questa legislatura”. Il capogruppo di Forza Italia, Claudio Pedrazzini, dice che “per la Lombardia l’approvazione della riforma socio-sanitaria rappresenta un fatto estremamente positivo”. Da parte sua, Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) parla di una riforma “migliorativa” che “privilegia la trasparenza, lasciando i controlli all’opposizione”. Nelle file dell’opposizione Umberto Ambrosoli (Patto civico) ha sottolineato: “Come opposizione piu’ di cosi’ non potevamo fare. Con spirito costruttivo abbiamo preso parte al tavolo di lavoro. Abbiamo introdotto qualche miglioramento, primo fra tutti l’abolizione del ticket per le fasce deboli”. Tuttavia “non c’e’ stato nulla da fare, questo progetto di legge e’ una cosa nata storta, cosi’ storta che non si puo’ raddrizzare”. Per il capogruppo del Pd, Enrico Brambilla, “questa riforma e’ una grande incompiuta, che non asseconda la grande ambizione, da cui era partita, di affrontare i mutamenti nella societa’”. Infine il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Dario Violi, attacca: “Rimane un giudizio fortemente negativo sulla riforma, che purtroppo non scardina il sistema formigoniano e sopratutto il disequilibrio verso il privato che continuera’ ad essere lautamente finanziato”.

Abbraccio i gufi che dicevano che non avremo approvato la riforma della sanita’ entro l’anno”. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha ‘citato’ il premier Matteo Renzi, poco prima che l’aula del Consiglio regionale lombardo approvasse la riforma della governance del sistema socio-sanitario. Nel suo intervento, il governatore sottolinea che la riforma approvata oggi “e’ la fase uno”, “la fase due e’ in corso e si concludera’” con l’approvazione del “reddito di autonomia”. Al capogruppo del Pd, Enrico Brambilla, che aveva detto che la riforma e’ “incompiuta”, Maroni ha risposto: “Non e’ un’incompiuta, al contrario. Ma se lo fosse la paragonerei a una grande incompiuta che e’ a  Milano, la pieta’ Rondanini di Michelangelo”. 

(Agi)

 

 

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