San Raffaele, dall’arcangelo all’iceberg ecologico: "Un monumento ai nostri pazienti"

Nel 2019 un nuovo edificio per l’emergenza: costerà 50 milioni

Il rendering dell’iceberg di Cucinella

Il rendering dell’iceberg di Cucinella

Milano, 18 dicembre 2016 - Avrà l’aspetto di un iceberg e i più alti standard di sostenibilità ambientale. Un pezzo nuovo di San Raffaele, da costruire in due anni e mezzo a partire da aprile 2017 (previo permesso, che s’attende dal Comune), per trasferirci tutta l’emergenza-urgenza. L’attuale blocco operatorio e il pronto soccorso da oltre 66 mila accessi l’anno, spiega l’ad del Gruppo San Donato Nicola Bedin, «non sono più funzionali» a un ospedale che «col risanamento economico ha visto crescere i pazienti». Un investimento di oltre 50 milioni di euro, «inimmaginabile» nel 2012, quando Giuseppe Rotelli comprò un San Raffaele che pareva il Titanic, sull’orlo del crac.

L’iceberg sorgerà all’ombra della cupola voluta dal fondatore don Luigi Verzè, che costò 50 milioni senza contare l’arcangelo. «È la prima pietra» del nuovo corso post salvataggio, chiarisce il figlio dello scomparso Rotelli, Paolo, presidente del gruppo: «Don Verzè fece un monumento a se stesso, noi faremo un monumento ai nostri medici e ai nostri pazienti». Un segno «visibile» (dopo diverse ristrutturazioni interne) del fatto «che investiamo nella clinica». Oltre che nell’università Vita-Salute e nella ricerca, «per rendere curabile l’incurabile: il San Raffaele ora se l’autofinanzia, ma dal 2016 parte degli utili del gruppo sarà destinato a investimenti tecnologici. Qualcuno ci temeva come i cattivi calvinisti che guardano solo al profitto - rivendica Rotelli -. Invece il nostro modello era lo stesso del San Raffaele, solo che crediamo che l’eccellenza delle cure si possa coniugare con l’eccellenza dei bilanci». Il gruppo prevede di spendere 400 milioni in cantieri, nei prossimi quattro anni, di cui più di 100 per il nuovo Galeazzi all’ex Expo, circa 70 al San Donato e poco di meno in via Olgettina. Con l’edificio iceberg, l’ospedale s’allarga di 36 mila metri quadrati.

Il compasso è dell’architetto Mario Cucinella, che l’ha concepito come «un oggetto semplice, pulito. Come un pezzo di ghiaccio, uno spartito musicale di Keith Jarrett». A pianterreno la «piastra tecnica» col pronto soccorso (che passerà da 1.800 a 5mila metri quadrati), la terapia intensiva e, interrate, venti sale operatorie; al primo un giardino pensile con alberi grandi. Sopra cinque piani di ambulatori e degenze, per 300 posti letto; di vetro, ma coperto in lamelle di ceramica bianca trattata per reagire con l’acqua trasformando lo smog in sali, e «per abbattere del 60% il consumo energetico», spiega Gilda Gastaldi, la vedova di Rotelli che ha insistito sul basso impatto ambientale. E dunque verde, anche intorno, e dentro illuminazione a led, sanitari che risparmiano il 50% d’acqua potabile, pavimenti in gres porcellanato trattato col biossido di titanio per abbattere l’inquinamento, e antibatterico, come le resine che rivestiranno gli ambienti sterili e persino le maniglie, in plastica riciclabile. Arredi in metallo che non rilascia formaldeide, e colori: «Vogliamo un ambiente gradevole per i nostri operatori e per i pazienti».

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