Numero chiuso all'Università Statale, il ministro Fedeli: "Indagheremo" / VIDEO

L’accesso a numero programmato è il tema di cui tutti parlano, capace di far scattare imprevedibili "affinità elettive"…

Il ministro Valeria Fedeli

Il ministro Valeria Fedeli

Milano, 3 settembre 2017 - Alla fine interviene il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, facendo sapere che anche al ministero stanno valutando la bocciatura del numero chiuso alle facoltà umanistiche della Statale, decisa dal Tar del Lazio il 31 agosto: «Si tratta di capire se la sentenza riguarda solo l’Università di Milano o pone questioni più ampie, legate all’attuazione della legge sulle Università». L’accesso a numero programmato è il tema di cui tutti parlano, capace di far scattare imprevedibili «affinità elettive»…

I test per l’ammissione all’università fanno storcere il naso tanto al governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, quanto al collega della Toscana Enrico Rossi, fondatore di Mdp-Articolo 1. «Lo sostengo da anni: il numero chiuso all’università è un errore e porta ad avere laureati meno preparati e competitivi. Spero che, di fronte alla carenza di laureati nel nostro Paese, si abbia il coraggio di legiferare per cambiare le regole di accesso al sistema universitario» ha dichiarato ieri Zaia. Da sinistra Rossi, via Facebook, si è espresso allo stesso modo: «L’Italia è penultima in Europa per percentuale di laureati. Solo la Romania fa peggio di noi. Hanno ragione gli studenti dell’Udu che chiedono l’abolizione del numero chiuso ovunque». Il presidente del Veneto ha poi puntualizzato: «Test d’ingresso nei quali ti chiedono il colore del cavallo di Napoleone non servono a selezionare i medici o gli ingegneri del futuro. L’università dovrebbe dare a tutti l’opportunità di iscriversi e applicare la vera selezione durante il corso di studio».

Carlo Rienzi, presidente del Codacons, è ancora più duro: «Da anni sosteniamo come il sistema del numero chiuso nelle facoltà universitarie sia non solo illegittimo, ma una macchina per far soldi che danneggia gli studenti e ingrassa le casse degli atenei». L’ associazione dei consumatori ha diffidato tutti gli atenei a chiedere agli studenti pagamenti in denaro per corsi di preparazione e iscrizioni a test di ammissione, minacciando denunce. Per l’ex ministro della Giustizia ed attuale rettore della Luiss, Paola Severino, è necessario un «chiarimento normativo»: «Il Tar del Lazio ha applicato una normativa che possiamo considerare inadeguata ma che esiste per le facoltà umanistiche. La regolamentazione prevede la non applicabilità del numero chiuso se non in casi eccezionali. La verità è che bisogna cambiare le regole. Sia le facoltà umanistiche che quelle di carattere tecnico credo abbiano bisogno di elevare il livello dei laureati». Intanto in via Festa del Perdono, Serena Vitucci, rappresentante di Link-Studenti Indipendenti, ha condannato la scelta presa dal rettore Gianluca Vago di ricorrere al Consiglio di Stato perché «lascia le future matricole dei corsi umanistici nella più totale incertezza». Venerdì 8 settembre alle 14.30 si terrà un’assemblea aperta a studenti e docenti. «Il numero chiuso è illegittimo e deve essere eliminato, in Statale come altrove».

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