Pestaggio omofobo fuori dalla discoteca: "Ho visto gli schizzi di sangue sull'auto"

I racconti delle vittime. E la promessa del maresciallo: li prendiamo

I due ragazzi mostrano le ferite dopo il pestaggio subìto

I due ragazzi mostrano le ferite dopo il pestaggio subìto

Milano, 11 maggio 2017 - «Non vi preoccupate, questi li prendiamo». E il maresciallo capo Giuseppe Palumbo ha mantenuto quella promessa fatta qualche mese fa ai genitori dei ragazzi pestati in via Montemartini da un branco di ragazzini. «Un angelo», lo ringraziano i giovani picchiati. I carabinieri della stazione Romana Vittoria – gli stessi che lo scorso 25 marzo hanno avuto l’onore di una foto con Papa Francesco davanti alle Case bianche di via Salomone – ci hanno messo professionalità e passione in questa indagine, scossi come tutti dalle immagini choc dell’aggressione del 22 gennaio e dalle cicatrici che per tutta la vita ricorderanno a Marcello e Michele il terrore di quella notte. Un minuto e 27 secondi ripresi dalle telecamere della zona (LA SEQUENZA DELLE IMMAGINI).

«Uno di questi ragazzi – il racconto da brividi del loro amico Francesco, l’unico scampato al raid omofobo – ha indietreggiato con il piede in modo che gli toccassi la spalla. Da lì ha iniziato a proferire insulti e altre frasi che non ho sentito facendo finta di nulla, abbiamo continuato la nostra strada». A quel punto, gli otto baby balordi del Corvetto – che qualche minuto prima avevano replicato lo stesso schema con un altro gruppo di amici salvati dal provvidenziale arrivo del taxi – passano all’azione: «Non abbiamo avuto neanche il tempo di rispondere che il gruppo divisosi ha iniziato a picchiare Marcello e Michele, mentre io, vista la situazione, sono entrato in auto e ho chiamato subito i soccorsi. Ho visto un ragazzo che ha impugnato una bottiglia in vetro e l’ha rotta in testa a Marcello, che è crollato a terra, mentre Michele, colpito da calci e pugni, è finito tramortito sul cofano dell’auto. Ho visto gli schizzi di sangue che hanno praticamente sporcato tutta l’auto. Subito dopo questi ragazzi sono scappati».

Attorno a loro l’indifferenza dei passanti reduci dalla notte al Karma: «Nel frattempo – fotografano i carabinieri nell’analisi dei filmati – si vedono altri due-tre individui passeggiare vicino al luogo dell’aggressione osservando l’intera scena senza intervenire». Un particolare sottolineato pure da alcuni amici di Marcello e Michele nei commenti al post pubblicato ieri su Facebook: «Dopo quattro mesi da quel brutto ricordo, i colpevoli sono stati presi», la frase seguita da quattro faccine sorridenti. Sì, perché nessuno dei due dice di provare rancore nei confronti di coloro che li hanno picchiati senza un perché: «Vorremmo solo che capissero quanto male hanno fatto a noi e alle nostre famiglie». Una cosa è certa: «Almeno per un po’ non potranno più far male a nessuno».

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