
I due ragazzi mostrano le ferite dopo il pestaggio subìto
Milano, 10 maggio 2017 - Otto arresti per il violento pestaggio ai danni di due ragazzi di 20 e 25 anni avvenuto la notte del 22 gennaio scorso fuori da una discoteca di via Montemartini, in zona Porto di Mare a Milano. Un'aggressione a sfondo omofobo, condita da pesanti insulti e culminata con una rapina, dal momento che al più giovane erano stati portati via il portafogli e lo smartphone.
Dopo una lunga e articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica del tribunale ordinario e da quella del tribunale per i minorenni di Milano e condotta dai carabinieri della stazione di Porta Romana e Vittoria, con il contributo dei colleghi del Nucleo informativo di Milano, i militari hanno arrestato otto ragazzi italiani, sei dei quali minorenni: si tratta di due 15enni, quattro 17enni e due 19enni. I maggiorenni sono stati reclusi a San Vittore, i minori al Beccaria. Quest'ultimi sarebbero tra l'altro autori di una serie di rapine ai danni di loro coetanei. Gli arresti sono stati tutti eseguiti in zona Corvetto, quartiere vicino al luogo dell'aggressione dove fin dall'inizio si erano concentrate le indagini. I carabinieri hanno ricostruito come il gruppo di giovanissimi, spinto anche da motivazioni omofobe, avrebbe dapprima ingiuriato e poi colpito i due amici, causando loro lesioni giudicate guaribili e in 40 e 30 giorni.
Le indagini sono partite dall`acquisizione dei filmati dell`aggressione e dall'analisi del traffico del telefono rapinato che era stato ceduto qualche giorno dopo i fatti a un 30enne marocchino, il quale ha fornito una dettagliata descrizione del venditore, rapidamente identificato in un 17enne della zona. Attraverso servizi di osservazione nei pressi e all'interno della discoteca, oltre che passando al setaccio le fotografie delle serate passate nel locale che erano state pubblicate sui social network, èstato ricostruito il circuito relazionale del 17enne e, quindi, identificati gli altri aggressori immortalati dalle telecamere di sorveglianza. Gli investigatori dell'Arma hanno inoltre appurato come il gruppo, qualche minuto prima del pestaggio, avesse lanciato pesanti insulti omofobi nei confronti di un altro gruppetto di ragazzi, scampati all`aggressione solo grazie al sopraggiungere del taxi che stavano aspettando.
"Non li odio, sarebbe stupido da parte mia. Però vorrei che capissero quanto male hanno fatto a noi e alle nostre famiglie. Credo che non se ne rendano conto". Commenta Paolo (nome di fantasia), una delle due vittime del brutale pestaggio, alla notizia degli arresti. Il giovane, iscritto al primo anno di università, ha ricevuto la notizia dell'arresto dei suoi aggressori questa mattina, dal maresciallo capo Giuseppe Palumbo. "Ci hanno aggredito perché eravamo gay - ricorda il giovane - ma probabilmente questa è stata solo una scusa. Forse se ci fossero state altre persone avrebbero picchiato loro. Sono salvo per miracolo, precisamente per tre centimetri. I medici hanno detto che se il colpo fosse affondato di altri tre centimetri non sarei sopravvissuto". Paolo ha riportato lesioni alla testa così gravi da costringere i chirurghi a impiantargli una placca di titanio nella parte frontale del cranio. "All'inizio è stato un incubo, avevo mal di testa terribili, ora la situazione è migliorata, anche la cicatrice si sta riassorbendo ed è meno visibile. Restano gli stati d'ansia - conclude -, la paura di uscire e la sfiducia negli altri, ma stiamo lavorando anche su quello. La mia vita è cambiata sicuramente ma mi sforzo di non stravolgerla del tutto e di mantenere il mio stile di vita. Qualche volta sono anche tornato in discoteca, certamente non in quella zona. Non posso permettere a quei balordi di rovinarmi il futuro".