"No al trasferimento da Città Studi": petizione contro trasloco Statale all'area Expo

Il Movimento 5 Stelle si mobilita: già raccolte online 360 firme

Il cortile del Dipartimento di Fisica in via Celoria, Città Studi

Il cortile del Dipartimento di Fisica in via Celoria, Città Studi

Milano, 31 ottobre 2016 - "No al trasferimento della Università Statale da Città Studi in area Expo". Il titolo è secco. La petizione online. In meno di due giorni, più di 360 firmatari interattivi. A promuoverla, poco prima che scoppiasse la polemica tra l'ateneo stesso e il Governo sullo stralcio dei fondi per il progetto dalla Legge di Stabilità, è Pierluigi Riccitelli, consigliere del Movimento 5 Stelle al Municipio 3. I destinatari, il parlamentino stesso e il Comune di Milano. "Impediamo che lo storico quartiere Liberty della cultura “Città Studi” sede della Università Statale di Milano, venga svuotato e snaturato per riempire il buco economico lasciato da Expo", l’incipit dell’appello ai cittadini. "Diciamo “No’’ al trasferimento in provincia di Milano delle facoltà scientifiche di Fisica, Biologica, chimica, Matematica, Agraria e Informatica della Università Statale. Smembramento di “Città Studi” già in corso con il trasferimento della facoltà di veterinaria a Lodi".

Come si sa, in Città Studi hanno sede le facoltà scientifiche dell’ateneo e in cima ai progetti dell’attuale rettore, Gianluca Vago, c’è il loro trasferimento nell’area Expo a Rho, per un investimento di 380 milioni di euro, il 30% del quale dovrebbe essere a carico del Governo. Una Cittadella scientifica del sapere che incontra opinioni favorevoli e contrarie tra studenti, docenti, lavoratori dell’Università degli Studi (e del limitrofo Politecnico) e cittadini milanesi. Secondo la petizione promossa dal consigliere pentastellato, con questo spostamento "si provocherebbe" in primis "la desertificazione dell’ intero quartiere e il rischio di una ennesima speculazione edilizia con l’abbattimento dei palazzi d’epoca che rendono questa area pregiata e vanto per la cittadinanza".

Secondo: si avrebbe "il crollo dell’economia delle piccole imprese della zona, già devastate dalla crisi". Infine, ne deriverebbe "l’allontanamento dei servizi dalla città, cosa già in corso con il trasferimento di importanti centri ospedalieri quali l’Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto Neurologico Besta". Tra i primi firmatari, Gilda che invita tutti a "firmare per impedire l’ennesimo sfregio", Edvige che chiede che "Città Studi conservi la sua natura di quartiere dello studio e della cultura". Un commento anche dalla consigliera comunale M5S Patrizia Bedori: "Si spostano servizi pubblici in terreni privati e i terreni pubblici si vendono per speculazioni. No a decentramenti!".

 

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