Milano, il doppio cognome ai figli è un flop. Solo il 3% dei genitori lo richiede

Dalla sentenza dello scorso dicembre appena 151 atti del Comune

Non tutte le coppie sono a conoscenza del nuovo diritto

Non tutte le coppie sono a conoscenza del nuovo diritto

Milano, 23 agosto 2017 -  Il doppio cognome per i figli? Un flop, almeno per ora. I primi sette mesi di applicazione della storica sentenza della Corte Costituzionale che consente ai genitori, con l’assenso di entrambi, di attribuire al proprio figlio o figlia al momento della nascita anche il cognome materno è stata ignorata, o quasi, dai papà e dalle mamme milanesi. Vediamo nei dettagli.

La sentenza della Consulta dell’8 novembre 2016 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 21 dicembre 2016 e dal giorno dopo – fanno sapere da Palazzo Marino – gli uffici dell’Anagrafe comunale ne hanno dato applicazione senza necessità di alcuna direttiva ma in applicazione dell’articolo 136 della Costituzione. I dati raccolti sono impetuosi. Su 5.200 atti di nascita registrati dal 22 dicembre in poi, sono state solo 151 le famiglie che hanno chiesto e ottenuto di affiancare il cognome paterno e quello materno per il proprio figlio. Sì, 151, solo il 3 per cento.

Il doppio cognome, dati alla mano, ha registrato una falsa partenza, nonostante le premesse fissate dalla Consulta. I giudici costituzionali, infatti, hanno sancito che la preclusione a utilizzare anche il cognome materno pregiudicava il diritto all’identità personale del minore e, al contempo, costituiva un’irragionevole disparità di trattamento tra i coniugi. Ma allora perché pochi genitori, almeno a Milano, hanno fatto richiesta di dare i due cognomi al proprio erede? Le ragioni possono essere molteplici. Dal Comune fanno notare che la sentenza della Corte costituzionale è ancora relativamente recente e non ancora conosciuta da tutte le famiglie. Insomma, qualche papà e mamma in più dei 3 per cento registrato finora metterebbe il doppio cognome al proprio figlio, ma non è ancora informato delle possibilità di farlo al momento della registrazione del neonato all’Anagrafe.

E quando gli addetti del Comune, in alcuni casi, informano i genitori del diritto di dare anche il cognome materno al bimbo è spesso troppo tardi, padre e madre non hanno discusso di questa possibilità e optano per il metodo tradizionale: solo il cognome paterno. Ma optano per la tradizione dell’unico cognome anche molte madri che del diritto di attribuire il proprio cognome al neonato sono a conoscenza ma non lo ritengono fondamentale per affermare un corretta identità del minore e una parità di genere tra i coniugi. Un approccio molto diverso dalla sentenza della Consulta, la quale sottolinea che la diversità di trattamento dei genitori nell’attribuzione del cognome dei figli, «in quanto espressione di una superata concezione patriarcale della famiglia e dei rapporti tra coniugi, non è compatibile né con il principio di uguaglianza, né con il principio della loro pari dignità morale e giuridica». massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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