Secondary ticketing, Coldplay a San Siro: prezzi folli sul web

Lo scandalo dei tagliandi rivenduti a prezzi folli sul web scoppiò nell’ottobre 2016 a seguito delle denunce delle associazioni di consumatori sulla vendita-lampo di migliaia di posti per la due giorni di San Siro iniziata ieri sera

Coldplay

Coldplay

Milano, 4 luglio 2017 - Dai Coldplay ai Coldplay. Parli di secondary ticketing, ed ecco spuntare puntualmente i biglietti per assistere ai concerti della band britannica. Lo scandalo dei tagliandi rivenduti a prezzi folli sul web scoppiò nell’ottobre 2016 proprio a seguito delle denunce delle associazioni di consumatori sulla vendita-lampo di migliaia di posti per la due giorni di San Siro iniziata ieri sera; posti ricomparsi pochi minuti dopo sui portali specializzati nella rivendita a costi decisamente più alti. Un caso che alimentò inchieste giornalistiche e soprattutto diede il via all’inchiesta della Procura che si è conclusa la scorsa settimana: 10 soggetti indagati tra persone fisiche e società per i reati di aggiotaggio e truffa; nel mirino tre dei principali organizzatori di spettacoli a livello nazionale (Live Nation Italia, Vivo e Di and Gi) con i rispettivi vertici Roberto De Luca e Antonella Lodi, Corrado Rizzotto (nel frattempo passato a Indipendente Concerti) e Domenico D’Alessandro, senza dimenticare gli amministratori della società svizzera Viagogo Charles Stephen Roest e Kaur Rashvinder Dhhot. Per non parlare della stangata dell’Antitrust, che lo scorso 13 aprile ha comminato una mega multa da 1 milione di euro al rivenditore autorizzato Ticket One (legato ai promoter dal cosiddetto «contratto Panischi» siglato nel 2002 e in scadenza a fine mese), più altre sanzioni per un totale di 720mila euro alle quattro piattaforme di secondary ticketing Viagogo (300mila euro), Ticketbis (210mila), Seatwave (190mila) e My Way Ticket (20mila).

A tre mesi di distanza da quel provvedimento, non sembra che le cose siano cambiate. Un rapido giro su Internet toglie ogni dubbio. Ieri pomeriggio circolavano on line decine di biglietti per la seconda data dei Coldplay al Meazza, in programma oggi: sul sito stubhub.it (e non su viagogo.it, dove si trovano solo offerte per le prossime date tra Regno Unito, Francia e Nord America) un posto nel primo anello rosso numerato veniva venduto a 1.602,28 euro (il più caro sui 26 rimasti a 24 ore dall’evento), cioè a un prezzo quasi decuplicato rispetto a quello del botteghino ufficiale. E ancora: prato da 498 a 668 euro e secondo anello da 297 euro. Cifre esorbitanti per accalappiare i fan di Chris Martin e soci rimasti fuori dalla marea dei centomila. Non solo. Sì, perché lo smercio illegale di biglietti non risparmia neppure gli altri eventi in calendario nell’estate milanese della musica: fino a 153,65 euro a biglietto per assistere in prima fila (da 59,80 a 80,50 euro il costo dei tagliandi esauriti sui canali ufficiali) l’esibizione dei Red Hot Chili Peppers il 21 luglio all’Ippodromo nell’ambito del Milano Summer Festival. E ancora, basta digitare sui motori di ricerca la parola «Shakira» per farsi un’idea: nella lista di Stub Hub, ci sono posti all’Anello C numerato del Mediolanum Forum venduti fino a 646 euro per il concerto del 3 dicembre, mentre sul sito di Ticket One (rivenditore ufficiale) una poltrona nella stessa posizione costa 46 euro. E potremmo continuare con gli attesi appuntamenti, sempre ad Assago, con Depeche Mode e Lady Gaga. Sempre lo stesso copione. A un anno di distanza dal caso Coldplay.

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