25 aprile, corteo ad alta tensione: sinistra divisa sulla presenza di Parisi

Sel: provocazione. Pd: lo difenderemo. Polemica fra Salvini e il manager di MASSIMILIANO MINGOIA

A sinistra, il leghista Matteo Salvini e il candidato del centrodestra Stefano Parisi (Newpress)

A sinistra, il leghista Matteo Salvini e il candidato del centrodestra Stefano Parisi (Newpress)

Milano, 25 aprile 2016 - Il 71° anniversario della Liberazione cade in piena campagna elettorale per le Comunali. E si sente. Al tradizionale corteo, che partirà alle 14 da via Palestro e si concluderà in piazza Duomo con i discorsi di istituzioni e Anpi, parteciperanno molti dei 12 candidati sindaco. Ci saranno sicuramente gli aspiranti primi cittadini di centrosinitra e centrodestra Beppe Sala e Stefano Parisi. La presenza del candidato sindaco sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Milano Popolare è a rischio contestazioni.

Parisi, un passato da giovane socialista, ha spiegato al Giorno le ragioni della sua partecipazione alla manifestazione dietro allo striscione della Brigata ebraica («Il 25 Aprile è la data fondante della libertà in Italia. Io antifascista? Sì, ma anche anticomunista, sono contro tutte le dittature»). Nel centrodestra, però, non tutti parteciperanno al corteo. Anzi, il segretario della Lega Matteo Salvini, nel corso di un comizio elettorale a Varese, polemizza con chi sfilerà a Milano e non solo: «Altro che 25 Aprile. Mi viene tristezza a pensare a chi ci ha rimesso la pelle per liberare l’Italia dall’occupante straniero e vedrà sfilare in piazza degli sbarbati ignoranti che quel sacrificio non se lo meritano, perché questa terra la stanno facendo occupare da altri, dagli immigrati».

Parisi, informato ieri mattina delle parole dell’alleato durante il sopralluogo nella case popolari di via Emilio Gola, bacchetta Salvini: «Noi siamo per la libertà di tutti di manifestare. Anche “i giovani sbarbati che vogliono gli immigrati’’ di cui parla Salvini devono poterlo fare. Salvini è libero di non andare alla manifestazione, non è obbligatorio. Ma chi vuole deve poterlo fare, in modo non violento». Dopo lo scambio di battute a distanza, Salvini e Parisi si incrociano in Darsena e mangiano insieme dolci siciliani. Ma il sodalizio tra il leader lumbard e il sindaco-manager divide il centrosinistra alla vigilia del corteo del 25 Aprile. Luca Gibillini, consigliere comunale di Sel, afferma: «L’obiettivo è che l’antifascismo sia un valore condiviso sempre.

Proprio per questo è legittimo chiedersi con quale coerenza Parisi scenda in piazza, mentre è alleato con forze politiche che negano alcuni valori fondamentali dell’antifascismo: l’inclusione, la democrazia, i diritti, l’uguaglianza e l’antirazzismo. Rischia di sembrare una provocazione costruita ad arte quella di Parisi, sostenuto e alleato a Fratelli d’Italia e Lega Nord. Il 25 Aprile non può essere la passerella di chi non prende nettamente le distanze dal passato fascista». Sulla presenza di Parisi, il Pd ha una posizione diversa da quella di Gibillini. Il segretario dem Pietro Bussolati ha già detto sabato che «gli esponenti del Pd sfileranno con la Brigata ebraica e difenderanno Parisi in caso di contestazioni».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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