Simona Lombardo, la sarta dei grandi stilisti che ha stregato Cameron Diaz

L'arte della tessitrice di Cassinetta di Lugagnano ha conquistato Gucci, Versace, Stella McCartney e persino la maison di Alexander McQueen

Simona Lombardo

Simona Lombardo

Cassinetta di Lugagnano (Milano), 30 marzo 2016 - Dietro un abito fatto a mano non c’è solo tanto lavoro. Ci sono l’esperienza di vita e le emozioni della persona che ha intessuto quel vestito: in qualche modo c’è una parte di lei. Tessere è uno di quei mestieri (forse ormai rari) in cui l’idea e l’atto si danno insieme a rendere materiale ciò che stava nell’immaginazione. «La tessitura è un archetipo - racconta la stilista Simona Lombardo -: in quei gesti è racchiusa tutta una vita. Un capo d’abbigliamento fatto a mano è un viaggio che parte dai tessuti e colori e ti permette di indagare dentro di te per conoscerti. Ognuno ha un talento innato, io ho cominciato a tessere e mi sono accorta che lo sapevo fare da sempre». La scoperta è avvenuta intorno ai vent’anni, quando questa artigiana magentina ha «incontrato» un antico telaio degli inizi del ‘900, l’impatto con l’oggetto è stato talmente forte da permetterle di trovare la propria strada nel mondo della moda. Quella che Simona chiama «il vero Made in Italy», fatto di qualità, creatività e ricerca, doti che l’hanno portata a realizzare abiti per tutte le più grande marche del mondo: da Alexander MacQueen, a Gucci, passando per Versace e Stella McCartney. Oggi possiede una bottega a Cassinetta di Lugagnano, che si chiama «Arte nelle mani», e continua a produrre abiti fatti a mano dalle linee pulite ed essenziali.

Nel corso della sua evoluzione professionale è maturata, togliendo tutto ciò che era di troppo fino a trasformare la semplicità nel suo marchio di fabbrica. Ama in modo particolare realizzare abiti da donna e da bambino, ma non per questo disdegna quelli da uomo. «Per realizzare un vestito ci vogliono circa due giorni di lavoro, senza considerare il tempo dedicato all’idea – racconta -. Si comincia dal filo, quelli che uso io sono il più naturali possibile, poi si passa all’ordito verticale e infine alla creazione della trama vera e propria. Nell’idea che prende corpo attraverso il gesto delle mani c’è la grande differenza tra i quintali di stilisti che escono dai corsi e chi sa come si costruisce un abito. L’attenzione dell’alta moda si concentra sempre di più sui fili speciali. Per realizzare alcuni tessuti mi capita anche di utilizzare l’oro o il bambù». Nulla a che vedere con le grandi produzioni industriali. «Purtroppo non sappiamo più utilizzare il tatto. Quando uno dei miei abiti è terminato basta toccarlo per sentire la differenza rispetto a quelli che si comprano all’ingrosso». Simona ha da poco ricevuto il premio Italo Agnelli da Ascom Abbiategrasso per la qualità delle sue produzioni. «Anche in un momento di crisi con la cultura e l’arte si può fare cassa – ha dichiarato convinta -. Non chiamate “antico” un mestiere come il mio. Si tratta di un lavoro molto attuale che ha portato la qualità di un prodotto italiano in tutto il mondo. Spesso questo successo stupisce anche me. Essere italiani è un valore in più». Una delle (molte) star che hanno indossato una delle sue creazioni? Cameron Diaz. Un sogno nel cassetto? «Raccontare questa esperienza di vita. Altrove sono stati creati degli spazi-laboratorio in cui non si apprende solo un mestiere ma anche una cultura. Lo ripeto ancora una volta: tessere è come vivere».