Abbiategrasso, il consigliere Bertani minacciato di morte. Nella lettera minatoria versetti del Corano

"Getterò il terrore nei miscredenti" o "colpiteli su tutte le falangi". Un tuffo al cuore quando ha aperto la lettera di Michele Azzimonti

Valter Bertani, consigliere comunale ad Abbiategrasso

Valter Bertani, consigliere comunale ad Abbiategrasso

di Michele Azzimonti

Abbiategrasso (Milano), 25 settembre 2014 - «Getterò il terrore nei miscredenti». «Colpiteli su tutte le falangi». Quando Valter Bertani ha aperto la lettera con quei versetti coranici tradotti in italiano e fotocopiati in malo modo su un foglio, ha avuto un tuffo al cuore. Quei versetti, sottolineati a pennarello verde, arancio e a matita rossa, annunciavano una minaccia di morte. 

«Ho aperto la lettera qualche minuto prima del consiglio comunale di martedì sera — racconta il consigliere del Pdl, ancora con l’animo scosso per l’accaduto —. In apparenza sembrava uno di quegli inviti che i Comuni spediscono per convegni o manifestazioni. Invece si trattava di una lettera anonima che uno sconosciuto aveva spedito da Verona il 16 settembre. Il destinatario ero io e l’indirizzo stampato sul frontespizio era quello della sede centrale del Comune, piazza Marconi 1. Mi sono chiesto se dovevo considerarla una minaccia in piena regola o solo l’atto dissennato e innocuo di un mitomane».  Invece ieri mattina, dopo aver denunciato l’accaduto, Bertani ha dovuto arrendersi alla realtà: «Secondo i carabinieri si tratta di minacce da considerare seriamente. La lettera anonima è stata esaminata da un esperto, che ha ravvisato nei versetti coranici una vera e propria minaccia di morte. Ora non temo per me, ma soprattutto per i miei familiari, che potrebbero essere colpiti al posto mio». Non ci sono motivi per cui l’ex assessore ai Lavori pubblici debba temere la minaccia di qualche organizzazione islamica integralista: «Ho sempre mantenuto ottimi rapporti con la comunità islamica di Abbiategrasso, tanto che ho partecipato due volte alla festa di chiusura del Ramadan. Non vi sono mai stati motivi di attrito né tensioni. L’unico contrasto riguarda la richiesta, fatta dal centro islamico di via Crivellino, di poter utilizzare i capannoni dell’ex Duca, situati nella stessa via. Un’area ampia, di circa 2.500 metri quadrati. Mi sono opposto pubblicamente al progetto, perché quei capannoni potrebbero essere trasformati in una vera e propria moschea, con tutti i problemi di sicurezza conseguenti. Forse è quello il motivo che ha scatenato la reazione dell’anonimo autore della lettera».