Dietrofront delle banche, la Zucchi di Buffon rischia il fallimento

I lavoratori sono scesi in strada, bloccando anche la Saronnese, per manifestare il proprio dissenso e per esprimere tutta la propria preoccupazione per il futuro

Protesta alla Zucchi di Rescaldina (StudioSally)

Protesta alla Zucchi di Rescaldina (StudioSally)

Rescaldina (Milano), 22 ottobre 2015 - Una doccia fredda. Anzi gelida. Per i 620 dipendenti della Zucchi, storica impresa tessile il cui azionista di maggioranza è il calciatore Gianluigi Buffon, e gli oltre 300 della quasi ex controllata Mascioni quella di oggi è la giornata più nera da molti anni. Dopo le notizie degli ultimi giorni, e i proclami da parte dei vertici di GB Holding sull'imminente accordo per l'ingresso del fondo francese Astrance e sull'intesa con le banche, questa mattina i lavoratori sono stati informati - peraltro dai rappresentanti sindacali e non da chi fino a ieri stava cantando vittoria per un eventuale accordo - del fatto che le banche si sarebbero tirate indietro.

In realtà alla base di tutto sembra esserci stato un fraintendimento: le banche non avevano fornito garanzie, ma una presa d'atto del prosieguo delle trattative per l'ingresso del fondo francese. Insomma, qualcuno ai vertici deve aver capito male. E così i lavoratori sono scesi in strada, bloccando anche la Saronnese, per manifestare il proprio dissenso e per esprimere tutta la propria preoccupazione per un futuro che, se fino a ieri sembrava ormai salvo, oggi rischia di avviarsi verso il fallimento. Se, infatti, all'udienza di martedì 27 ottobre al Tribunale di Busto Arsizio non ci saranno novità concrete sull'impegno delle banche, il rischio è davvero quello che la Zucchi vada in fallimento o in amministrazione straordinaria. 

di CRISTIANA MARIANI