"Par ricurdas": il dialetto inverunese in un libro

La raccolta di Gianluigi Curioni

Gianluigi Curioni e il pittore Giancarlo Colli

Gianluigi Curioni e il pittore Giancarlo Colli

Inveruno (Milano), 12 novembre 2017 - Dapprima un’idea, poi un vero e proprio impegno morale. Così è nato «Par ricurdas», un libro con parole, detti, proverbi e ricordi in dialetto inverunese. Libro edito da Raccolto Edizioni con fotografie inedite della vecchia Inveruno, la riproduzione di alcune opere del pittore Giancarlo Colli, le poesie di Enrico Temporiti, la collaborazione della Compagnia Dialettale Inverunese e del Centro Studi Marcora. L’autore della raccolta è Gianluigi Curioni. «L’idea mi è venuta quando andavo in montagna con gli amici del Branco, zaino in spalla. Nei momenti di sosta o lungo la strada si parlava in dialetto. Mi son detto che questo nostro idioma non poteva andare disperso e così ho incominciato a scrivere i vocaboli, i detti, i soprannomi».

«Poi è venuto l’impegno morale di farne un libro. L’ho promesso a Laura, un mese prima che morisse. Me lo chiese e non potei rifiutare». Il libro è organizzato per argomenti. «Come se un drone entrasse in un vecchio cortile e scattasse fotografie a ripetizione di ogni oggetto: da quello che c’è nel cortile a quello che c’è nelle case, nella cucina e nella stanza da letto, l’abbigliamenti, i mestieri, gli animali della stalla. I luoghi e gli edifici del paese. E poi quello che diceva la gente, le parolacce, le esclamazioni, i detti, i proverbi. È uscito un libretto di 110 pagine di facile e piacevole lettura».

«Ma non finisce qui – aggiunge Curioni –. Chi leggerà il libro troverà certamente qualche dimenticanza che potrà essere colmata con opportune segnalazioni scrivendo una mail a dialetinvrugn@gmail.com. Le inseriremo in un sito internet dedicato che avrà quindi il pregio di essere sempre aggiornato. Un sito che potranno vedere in tutto il mondo… nella speranza che qualche inverunese emigrato lo legga e si ricordi del tempo passato». Il libro sarà venduto oggi e domani al banchetto allestito in piazza, davanti alla parrocchiale. La presentazione è stata l’altra sera in una sala consigliare colma di gente.

«È un libro che rinfresca la memoria, che insegna soprattutto ai giovani la parlata dei nostri nonni» ha commentato il sindaco Sara Bettinelli. «Tornare alle origini è sempre importante. Iniziative come queste – ha osservato Gianni Mainini, del centro studi Marcora – sono possibili nelle piccole comunità, dove i rapporti tra le persone sono più vivi e ci sono più occasioni per parlare dei ricordi. Non succede certamente a Milano e nelle grandi realtà». «Viviamo un tempo in cui il mondo si globalizza ma in realtà stradica le appartenenze e allontana le origini. Origini che sono la storia della nostra identità: solo conoscendole possiamo guardare e capire il futuro».