Stadio dipinto di lilla, Palio e Comune contro i Paolillo: "Il Legnano ripulisca tutto"

Contrade e Amministrazione comunale molto critiche nei confronti dei vertici societari del Legnano, che hanno fatto dipingere praticamente tutto lo stadio Mari di lilla

Le gradinate lilla dello stadio Mari

Le gradinate lilla dello stadio Mari

Legnano (Milano), 29 ottobre 2016 - «Il buon gusto è davvero un’altra cosa». Il gran maestro Alberto Oldrini entra nel merito della vicenda dello stadio «Giovanni Mari» colorato di lilla dall’attuale società di via Palermo. «Diciamo con un eufemismo che non è bellissimo da vedere. Mi sono preoccupato di chiedere spiegazioni nel merito affinché il prossimo Palio non venga corso in un ambiente simile, perché nonostante sia un tifoso lilla, questa iniziativa non ha davvero gusto».  Sul colore lilla è intervenuto anche il Comune di Legnano, che ha riunito i vertici del Palio. La società del Legnano adesso dovrà rimettersi al lavoro per togliere dagli spalti il colore lilla con cui nelle scorse settimane è stato verniciato quasi ogni angolo di tribuna, cinta compresa. «La società lilla ha agito di propria iniziativa senza chiedere alcuna autorizzazione - hanno spiegato da Palazzo Malinverni -. È stato quindi chiesto un ripristino che verrà effettuato a breve».

Ma ci sono altre questioni aperte fra la società di patron Paolillo e il mondo del Palio. Una in particolare riguarda gli impegni presi lo scorso febbraio per sviluppare un progetto di beneficenza. Le contrade erano state invitate a produrre ciascuna una mascotte lilla, su indicazione della società. Alla fine ha vinto «Donato L’Armato», disegno elaborato da Marcello Locatelli, grafico legnanese contradaiolo di Legnarello. Da allora non se ne è saputo nulla. «Non voglio entrare nel merito della questione - ha spiegato il gran Maestro Oldrini -, ma ci sono stati accordi ed impegni che non sono stati a quanto pare mantenuti. Le cose si fanno bene oppure è meglio lasciare perdere. Le contrade si sono prestate per importanti finalità ed è sbagliato che non se ne sappia più nulla da allora».