Birrificio da record: è di Legnano la migliore birra italiana

La "Cinq ghej" del Birrificio di Legnano premiata come Best italian beer 2016

Simone Ceriani con i soci del birrificio di Legnano

Simone Ceriani con i soci del birrificio di Legnano

Legnano (Milano), 12 gennaio 2017 - Viene da Legnano la Best italian beer 2016. Il Birrificio di Legnano con la sua «Cinq ghej», una american Amber Ale da 5,8% di gradazione, conquista il podio nello speciale concorso delle birre artigianali italiane. «È per noi noi una grande soddisfazione - spiega Simone Ceriani, uno dei soci del locale di corso Garibaldi - siamo partiti nel 2015 con la produzione di due tipi di birra e oggi ne contiamo diciotto tipologie differenti. Siamo riusciti a conquistare una bella vittoria a un concorso prestigioso che tra le altre cose è patrocinato dal ministero dell’Agricoltura».

Una scommessa vinta quella di Simone, barman di lungo corso di un locale di Legnano, il Maramao, assieme al fratello Manuele. Con loro in questa nuova avventura che riguarda la birra artigianale anche il legnanese Mauro Citterio e il cuggionese Ivano Zocchi. «La produzione avviene direttamente nel locale - spiega - all’interno del vecchio stabilimento Bernocchi. Una vecchia zona di Legnano che era ormai caduta in rovina e che adesso ha trovato una seconda vita. È venuto a trovarci nello stabilimento anche un pronipote di Bernocchi facendoci i complimenti e stimolandoci a continuare». La birra rossa «Cinq ghej» prodotta dal birrificio di Legnano ha vinto il Luppolo d’oro 2016 nella sua categoria, risultando molto apprezzata dai giudici. Ma il pubblico che dice? «Apprezza molto - sottolinea Ceriani - il nostro più grande risultato è quello di aver sviluppato una rete di vendita nel primo anno e mezzo di attività che ci ha permesso di arrivare in diverse parti del nord e del centro Italia, fino a Roma. Poi Bergamo, Milano, Torino e tante altre realtà». Adesso anche lo sbocco verso l’estero: «Prima della fine del 2016 siamo riusciti a uscire dai confini italiani, arrivando fino in Serbia. Abbiamo trovato un ottimo riscontro e continueremo a puntare alto». Nell’evocativo stabilimento al civico 130, ci sono trecento posti a sedere che in estate arrivano ad essere quattrocento.

«Il locale ha successo - racconta Ceriani - perché oltre alla birra offre anche una qualità alta nel cibo e nelle altre bevande. Il nostro scopo principale è offrire la massima qualità per un prodotto che sia curato a 360 gradi». Adesso l’obiettivo è quello di raggiungere una produzione di centocinquantamila litri di birra nel 2017, dopo i centomila dell’anno precedente. «Abbiamo aperto anche un secondo locale all’intero dell’ippodromo varesino delle Bettole - conclude - e avviato una collaborazione con un locale di Vertemate, nel Comasco. Siamo soddisfatti per quello che abbiamo saputo creare fino ad oggi e i risultati alla fine ci premiano, anche se sono i clienti quelli che ci danno sempre maggiore soddisfazione».