Ponte crollato ad Annone Brianza, persi 2 mesi e mezzo. E la ricostruzione è un miraggio

I sindaci premono, ma niente si muove dopo la tragedia nel Lecchese

28 OTTOBRE Il crollo di Annone: un morto

28 OTTOBRE Il crollo di Annone: un morto

Annone Brianza (Lecco), 16 gennaio 2017 – È successo tutto in una frazione di secondi, che però hanno segnato la differenza tra la vita di chi ha avuto la prontezza di riflessi di frenare e la morte di chi invece non ha potuto nulla, come Claudio Bertini, 68 anni di Civate, che alle 17.22 in punto del 28 ottobre 2016, al chilometro 41,900 della strada più trafficata di tutto il Nord Italia, è stato sepolto vivo nella sua Audi A3 Sportback, stritolata dal cavalcavia crollato e dal tir carico di bobine di metallo guidato da un autista romeno di 37 anni che in quel momento lo stava attraversando. Sono trascorsi due mesi e mezzo da quel venerdì lungo la Super 36 a Annone Brianza e nulla o poco è cambiato. Le macerie sono state rimosse, l’asfalto è stato ripristinato e i pendolari dell’auto sono tornati a sfrecciare avanti e indietro, a ricordare quanto successo rimangono solo un mazzo di fiori quelle che erano le spalle del ponte, simili a monconi. Quando il viadotto collassato verrà ricostruito però non lo si sa ancora. Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio aveva promesso che da Anas si sarebbero mossi in fretta, ma così non è. Aveva inoltre assicurato che avrebbe incontrato i sindaci della zona, tuttavia nessuno lo ha mai visto né sentito. L’unico a concedere un cenno è stato il suo vice Riccardo Nencini. «Si è provveduto a inviare una nota al fine di concordare una data utile», si legge una lettera inviata nei giorni scorsi al primo cittadino Patrizio Sidoti. Il quale spiega che tutti continuano a chiedergli «notizie sulla ricostruzione del ponte, fondamentale perché è un nodo strategico per i movimenti e gli spostamenti». «Il ministro preferisce attendere che dalla commissione ministeriale appositamente costituita terminino gli accertamenti per non interferire», prova a smorzare i segni di impazienza il deputato democratico lecchese Gian Mario Fragomeli.

In ballo c’è pure la questione del cavalcavia di Isella a Civate, completamente chiuso al transito poiché potrebbe collassare anch’esso. L’intera Brianza continua così a restare tagliata in due, con la Milano – Lecco che rappresenta una sorta di cortina. E ora dalla Procura trapelano delle carte in base alla quali il tir nemmeno avrebbe potuto passare dal cavalcavia di Annone, perché l’autorizzazione concessa valeva per un peso massimo di 108 quintali, non tonnellate. Probabilmente si tratta di un errore materiale, ma che dimostra la facilità con cui vengono rilasciati i permessi per i tir. «Basta pagare da 6 ai 10mila euro previsti all’anno – spiega Giorgio Colato, presidente della Federazione italiana autotrasportatori della provincia di Lecco -. Nonostante occorrano mediamente un paio di settimane per ottenerli, mentre in Francia massimo 24 ore, nessuno controlla nulla».