ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

In Italia il ciclone Lali: "Non sono la nuova J.Lo"

Folgorata dai Queen di "Bohemian Rhapsody" all’età di soli sei anni Mariana, pardon Lali, ha compiuto il grande salto dalle telenovelas al mondo della musica che conta tre anni fa con "A bailar"

Il vero nome di Lali è Mariana Esposito

Milano, 17 settembre 2016 - Diva latina. "Il nome di battesimo ce l’ho solo sul passaporto, perché per tutti sono Lali» spiega Mariana Esposito, l’argentina più «hot» del momento nell’attesa d’incontrare i fans italiani domani alle 16 al Mondadori Megastore di Piazza Duomo (i pass sono già in distribuzione). Tra le mani la copertina di «Soy», seconda fatica formato cd di una carriera varata nei panni d’attrice sul set di serie tv come «Casi Angeles» (Teen Angels). Folgorata dai Queen di «Bohemian Rhapsody» all’età di soli sei anni Mariana, pardon Lali, ha compiuto il grande salto dalle telenovelas al mondo della musica che conta tre anni fa con «A bailar» il disco che le ha regalato una seconda vita grazie ad un mix di pop, rap e elettronica facendo breccia nel popolo che già l’amava sul piccolo schermo.

Prima di prendere il coraggio a due mani e buttarsi nella carriera solista, infatti, Lali aveva fatto parte delle Teen Pop, progetto discografico clonato dalla serie tv, con cui aveva dato alle stampe 6 album. Di qua dall’Atlantico la «febbre» è iniziata in Spagna e Israele. Ora arriva in Italia con prospettive importanti, visto che ha in corso trattative con la Baby K di «Roma Bangkok» per figurare nel suo nuovo singolo.

Con chi altro le piacerebbe collaborare qui in Italia?

«Con Fedez. Ho appena scoperto i suoi pezzi e mi piacciono molto. Prima conoscevo solo Laura Pausini, Andrea Bocelli, Tiziano Ferro e qualche altro».

La chiamano la «J.Lo sudamericana

«Già, anche se i miei riferimenti musicali sono altri. Freddie Mercury innanzitutto. Ma pure Beyoncé, che considero il massimo tanto come cantante che come produttrice e showoman. Fra gli attori non ho modelli».

Duetti?

«Ricordo innanzitutto quello con Ricky Martin in “Fuego de noche, nueve de dia”».

Cosa si aspetta dall’Italia?

«È incredibile come questo mio cd esca in Italia a ridosso della pubblicazione in Sudamerica, ma si sa che nell’epoca dei social tutto si velocizza. Sono comunque orgogliosa di vedere un album prodotto in Argentina da me e dalla mia equipe trovare un’accoglienza tanto calda pure qui da voi».

Cosa le piace qui?

«È la quarta volta che vengo. Amo Venezia, mentre Milano la sto scoprendo pian piano. A Roma mi sento meglio che a casa perché a volte a Palermo, il quartiere di Buenos Aires dove vivo, mi perdo mentre in riva al Tevere mi sembra di conoscere tutto e tutti. Forse nella vita precedente sono stata romana».

S’è mai chiesta: perché io?

«Forse perché in Argentina non c’erano attrici o cantautrici che facessero entrambe le cose».

Il suo sogno?

«Far crescere la mia carriera nella verità e riuscire a mantenere libera la mia musica dalle ingerenze dell’industria. Ma pure cantare un giorno a Barcellona, sul luogo in cui si svolgeva il festival La Nit, per sentire l’energia lasciata da Freddie Mercury in quel suo ultimo concerto con Montserrat Caballé».