Sparò al ladro, rischia sedici anni. E il pm accusa il paese: "Omertà"

Serle, un meccanico accusato di omicidio. "Avevo paura"

 Franzoni con la mano richiama l’attenzione degli investigatori

Franzoni con la mano richiama l’attenzione degli investigatori

Brescia, 7 dicembre 2017 - Per il pubblico ministero Caty Bressanelli, Mirco Franzoni il 14 dicembre di quattro anni fa ha sparato e ucciso volontariamente il 26enne albanese Eduard Ndoj, che insieme a un complice un paio di ore prima era stato visto entrare nell’abitazione di suo fratello a Serle, nel Bresciano, con l’intenzione di mettere a segno un furto. E per questo per il 33enne meccanico bresciano il pubblico ministero ha chiesto 16 anni di carcere. L’accusa? Omicidio volontario. Nel corso della sua requisitoria il magistrato ha inoltre parlato di un sottobosco «omertoso» presente tra gli abitanti di Serle, che nel corso delle indagini e del processo avrebbero cercato di coprire quanto commesso dal loro compaesano. L’etichetta non deve essere piaciuta al sindaco di Serle, Paolo Bonvicini, che ha poca voglia di parlare e non vuole commentare le parole del pm. «So perché mi cercate - taglia corto al telefono -. Ma, per il momento, non ho nulla da aggiungere».

Secondo la pubblica accusa, Franzoni per due ore avrebbe dato la caccia a Ndoj. E quando lo ha incrociato all’imbocco di vicolo Castagneto avrebbe fatto fuoco. Franzoni invece ha sempre sostenuto di avere sì sparato, ma durante una colluttazione. «Quella sera sono uscito di casa due volte - aveva spiegato in aula il meccanico durante il suo esame ribadendo quello che ha sempre detto e cioè che il colpo è partito mentre Ndoj cercava di rubargli il suo fucile da caccia -. La prima ero disarmato, la seconda avevo il fucile in cui ho inserito tre cartucce. C’era buio e avevo paura di incontrare i due ladri. Avevo visto la loro auto ancora parcheggiata e pensavo potessero essere armati pure loro».

Per il suo legale, l’avvocato Gianfranco Abate, condannare Franzoni per omicidio volontario sarebbe una ingiustizia. «Mirco non voleva uccidere - ha sottolineato nella sua arringa -. Lo dimostra il fatto che è stato Franzoni a chiedere a un residente del vicolo teatro della vicenda di chiamare i carabinieri per farli intervenire e bloccare Ndoj». A parere del difensore di parte civile, l’avvocato Alessia Brignoli, Franzoni si sarebbe comportato come un cacciatore che cerca la sua preda. «Voleva stanare Ndoj - ha sottolineato nel suo intervento -. Il tutto davanti a un intero paese che guardava senza però avere visto nulla».

Come risarcimento per la morte del 26enne l’avvocato Brignoli ha chiesto un milione di euro ciascuno per il padre, la madre e il fratello dell’albanese e 350 mila ciascuno per lo zio e la zia della vittima. Ora la parola passa ai giudici, togati e popolari, della Corte d’Assise si Brescia. Il processo è infatti stato aggiornato al 13 dicembre quando, dopo le probabili repliche di accusa e difesa, la corte si ritirerà in camera di consiglio per poi uscire con la sentenza.