Ordinanza antilucciole prorogata anche se per il giudice non è legale

Crema, in otto mesi 85 multe per oltre 42mila euro da incassare

Una prostituta

Una prostituta

Crema (Cremona), 23 giugno 2016 - Otto mesi per 85 multe per un totale di 42.500 euro da incassare. È il frutto dell’ordinanza antilucciole, in scadenza a fine mese e che sarà prorogata dai sindaci i cui paesi si appoggiano alla Paullese e che, causa nuova strada, hanno visto le professioniste del sesso avvicinarsi all’abitato. Ma l’ordinanza anti lucciole non è legale. Lo ha ribadito, il mese scorso per l’ennesima volta, il giudice di pace di Crema, chiamato a decidere sul ricorso di un giovane di Spino d’Adda pescato per tre volte a parlare con una di queste ragazze. Lo spinese aveva eccepito di essere innamorato della lucciola e che quello era l’unico modo che conosceva per starle vicino. Il giudice ha fatto di più: ha detto che non solo le multe vanno levate al ragazzo, ma anche a tutti quelli che faranno ricorso, perché le ordinanze non solo legali, viste ben due pronunce della Corte di Cassazione, una del 2011 e l’altra del 2014.

Tuttavia, le ordinanze saranno riproposte, le multe comminate e i clienti continueranno a pagare. Perché nessuno dei multati, salvo rare eccezioni, vuole metterci la faccia e preferisce pagare e dimenticare, anziché ricorrere ed essere ricordato. Ma non finisce qui, perché c’è qualcosa che non quadra in tutto questo. Per esempio, Spino d’Adda. Questo paese lo scorso anno assurse a fama mondiale perché il suo vice sindaco di allora, Luciano Sinigaglia, si inventò un’ordinanza per la quale le lucciole che esercitavano a bordo strada avrebbero dovuto indossare un giubbino catarifrangente di giorno e aggiungere anche i pantaloni di sera. Di più. Lo stesso vice sindaco andò a informare le lucciole dell’ordnanza, lasciando loro una copia della stessa. Ancora di più, perchè in un secondo giro, Sinigaglia andò a distribuire alle lucciole diurne il giubbino. Risultato: una quarantina di multe comminate e parecchie lucciole emigrate in altri territori. Ma a Spino d’Adda c’è un nuovo corso. Fuori il sindaco Riccaboni dentro il nuovo primo cittadino Poli. Il quale come primo atto che fa? Ripropone l’ordinanza che vieta di parlare con le lucciole, quella cassata dal giudice e cassa l’ordinanza del giubbotto, quella che, invece, viene ritenuta legale.