Arrestato per i video con bimbi seviziati: li aveva catalogati per età delle vittime

Davanti al giudice ha ammesso le sue abitudini, spiegato la provenienza dei video, raccontato come ha iniziato. B.G., pensionato di 63 anni di Turate, arrestato con l’accusa di detenzione di centinaia di video e immagini pedopornografiche, con l’aggravante dell’ingente quantitativo di Paola Pioppi

Una volante della Polizia in una foto d'archivio

Una volante della Polizia in una foto d'archivio

Turate (Como), 3 agosto 2014 - Davanti al giudice ha ammesso le sue abitudini, spiegato la provenienza dei video, raccontato come ha iniziato. B.G., pensionato di 63 anni di Turate, arrestato con l’accusa di detenzione di centinaia di video e immagini pedopornografiche, con l’aggravante dell’ingente quantitativo. Interrogato ieri mattina dal gip di Como Maria Luisa Lo Gatto, l’uomo rimarrà in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare che ha fatto seguito alla convalida del suo fermo. A lui gli agenti della polizia postale di Como sono arrivati controllando la sua utenza telefonica, segnalata all’interno di un’indagine che ha portato a perquisizioni e arresti in tutta Italia. Su di lui non c’era nessun sospetto, ma quando gli inquirenti sono arrivati a casa sua, e hanno controllato il suo pc e una serie di periferiche esterne, si sono trovati davanti a un migliaio di video che ritraevano bambine vittime di abusi sessuali, a partire dai tre anni di età. Materiale che l’uomo, ex impiegato in pensione da tre anni, conservava meticolosamente archiviato, suddiviso per età delle bimbe, provenienza geografica e, spesso, con l’attribuzione anche di presunti nomi di battesimo. Al giudice ha raccontato di aver iniziato a raccogliere il materiale pedopornografico dal 2008, quasi per caso: dopo essersi imbattuto in un paio di video, scaricando materiale di altro genere da e-mule, ha detto di aver proseguito con costanza, arrivando a possedere centinaia di video e foto. «Li guardo ogni tanto», avrebbe inoltre aggiunto nel suo interrogatorio, cercando di spiegare il senso di questa sua abitudine, ma allo stesso tempo specificando di non aver mai pagato per ottenere i video, tutti acquisiti gratuitamente su siti di scambio di files.pedofilia milano

 

Ha inoltre negato di aver mai avuto contatti con bambini, limitandosi a guardarli nei video. Ora, dopo la convalida del suo fermo e l’ordinanza di custodia cautelare che lo tiene in carcere, il suo fascicolo giudiziario sarà trasmesso alla Dda, competente per questo genere di reati. Potrebbe finire a Milano, se gli inquirenti decideranno di trattare la sua posizione come una flagranza di reato a se stante, oppure a Catania, da dove è partita l’indagine nazionale, che ha segnalato la presenza della sua utenza telefonica all’interno delle centinaia utilizzate per acquisire in rete files pedopornografici. Per il momento l’uomo rimane al Bassone a Como, mentre tutto il materiale che gli è stato sequestrato, sarà analizzato per cercare di capire la provenienza esatta, l’identità delle piccole vittime e per capire se ci sia mai stato scambio foro o video con terze persone.

Paola Pioppi