Beatificazione di Madre Giovannina. Sabato in Duomo la cerimonia con il Cardinale Angelo Amato

Nata nel 1807 fondò le Suore Infermiere dell’Addolorata di Roberto Canali

Madre Giovannina Franchi (Cusa)

Madre Giovannina Franchi (Cusa)

Como, 17 settembre 2014 - Giorni febbrili in città in vista della beatificazione di Madre Giovannina Franchi, la fondatrice della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata che sabato assurgerà all’onore degli altari, la prima volta nella storia quasi millenaria del Duomo. A presiedere il rito il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, lo stesso che lo 9 dicembre scorso aveva appreso la notizia direttamente dalla voce di Papa Francesco, nel corso di un’udienza privata. Con lui concelebreranno il vescovo monsignor Diego Coletti, insieme ad altri sei presuli, e sono attesi oltre un centinaio di sacerdoti. Migliaia i fedeli che vivranno questo momento di grande festa, che sarà accompagnato, nella liturgia, da oltre 250 coristi. Sabato il Duomo sarà aperto a partire dalle 8 del mattino, all’interno della cattedrela saranno allestiti 1400 posti a sedere. Una volta esauriti i posti in Duomo i fedeli verranno accolti nell’adiacente chiesa di San Giacomo, dove si potrà seguire la beatificazione grazie ad alcuni maxi-schermo.

Palazzo Cernezzi ha adottato un piano per l’accoglienza dei pelligrini, attesi da tutta la diocesi, sono stati loro riservati posti negli autosilo e nei parcheggi della convalle, mentre i volontari si occuperanno di radunarli e guidarli fino al Duomo. Dopo la canonizzazione di san Luigi Guanella (il 23 ottobre 2011) e la beatificazione dell’arciprete Nicolò Rusca (celebrata a Sondrio il 21 aprile del 2013) si tratta della terza santa espressione della diocesi lariana, probabilmente quella più autenticamente comasca. 

Nata a Como il 24 giugno 1807, Giovannina Franchi era figlia di un celebre magistrato del tribunale cittadino. Giovannina trascorse la sua giovinezza in famiglia con le sorelle e i fratelli e dal 1814 al 1824 andò a studiare all’Educandato di San Carlo delle Suore Visitandine di Como. Rientrata in famiglia si dedicò all’insegnamento del catechismo e alle opere di carità, nel 1853 cominciò il suo cammino di totale dedizione ai sofferenti. Dopo aver preso i voti si spogliò delle sue ricchezze e aprì in via Vitani con tre compagne la prima Casa di accoglienza per ammalati e convalescenti, prestando assistenza a domicilio. Morì il 23 febbraio del 1872 dopo aver dedicato interamente la sua vita all’aiuto dei bisognosi, colpita dal vaiolo.