Cantù, "non mi faccio visitare da un negro". Il medico: "Grazie, vado a bere un caffè"

Ha denunciato l'episodio su Facebook, sorpreso dall'astio

Il medico Andi Nganso

Il medico Andi Nganso

Como, 27 gennaio 2018 - Ci sono malattie dalle quali non è facile guarire, anche potendo contare su un medico bravo. Ne è convinto il dottor Andi Nganso, trent’anni nato in Camerun e approdato in Italia nel 2005 con il sogno di diventare un manager, corretto strada facendo dalla passione per la medicina. Due anni fa la laurea all’Università dell’Insubria e poi tanta pratica in giro per l’Italia, dal centro di accoglienza di Lampedusa a quello di Bresso, passando per i piccoli ambulatori di provincia dove la notte presta il suo servizio come medico di guardia.

E' proprioin uno di questi, a Cantù in provincia di Como, la città del basket, dei mobili ma anche una delle roccaforti della Lega, che qualche sera fa gli è capitato di scontrarsi con una malattia che di sicuro non si può curare con qualche vitamina e un antibiotico. Si tratta del razzismo che gli ha manifestato con tutto il disprezzo che aveva in corpo una paziente di mezza età la quale, dopo aver attesto il suo turno, quando si è trovata a tu per tu con il medico gli ha detto che mai e poi mai si sarebbe fatta mettere le mani addosso da un medico «negro».

«Anche se ero sorpreso per tutto quell’astio mi sono sforzato di non perdere il controllo e le ho risposto che la ringraziavo, perché se non voleva farsi visitare avevo quindici minuti per uscire e andare a bermi un caffè – ricorda il dottor Nganso –. Già altre volte alcuni pazienti hanno manifestato diffidenza nei miei confronti per il colore della mia pelle, certe volte le persone dopo avermi visto dicono di aver dimenticano un documento in macchina e con la scusa di dover uscire non tornano più, una volta una bambina disse che ero gentile anche se il suo papà gli diceva che non doveva parlare con i neri. L’altra sera però quella donna non è ricorsa ad alcun tipo di finzione, per lei non ero un medico ma un negro. Questo è razzismo bello e buono».

Ad esprimere solidarietà al dottor Nganso le associazioni dei medici di tutta Italia. «Quello che è accaduto è vergognoso – spiega Tommasa Maia, segretaria Fimmg Continuità Assistenziale – il collega è stato vittima di una discriminazione razzista. Siamo indignati per questo grave episodio che purtroppo non è il primo che viene segnalato, sono atteggiamenti che offendono nel profondo la dignità umana e che devono essere condannati con forza».