Largo dei partigiani o il ritratto del Duce, Giulino non ha pace

La contesa delle intitolazioni sul Lario

Una targa posata dall’Anpi sul luogo della fucilazione di Mussolini

Una targa posata dall’Anpi sul luogo della fucilazione di Mussolini

Tremezzina (Como), 27 agosto 2017 - Come a Monopoli ci si ferma di fronte alla targa posta dall’Anpi che ricorda «la condanna a morte di Benito Mussolini alle ore 16.10 del 28 aprile 1945», poi anche senza lanciare i dadi si prosegue lungo via XXIV Maggio sostando di fronte al cancello di Villa Belmonte dove a ricordo del Duce c’è una croce di pietra nera e dal 2012 un ritratto di marmo dove compare insieme a Claretta Petacci, per terminare poche decine di metri più avanti sul tornante che sale verso via Pola in quello che da ottobre sarà «Largo Partigiani Tremezzini».

La storia si sa è fatta anche di simboli e qui a Tremezzina sono racchiusi fin nella toponomastica. Nel dedalo di vie e strade che sono rimaste le stesse di quella tarda primavera del 1945, quando un pugno di partigiani male armati riuscì a bloccare un’intera colonna tedesca in fuga disperata verso la Svizzera e chissà poi la Germania, con qualche fucilata e un tronco d’albero in mezzo alla strada. Da allora sono passati più di settant’anni, ma riuscire a far pace sul lago di Como è ancora impresa difficile. Qui Anpi e RSI, che sta per Repubblica Sociale Italiana, continuano a fronteggiarsi come se il calendario si fosse fermato all’aprile del 1945, fortunatamente senza il fucile ma a colpi di propaganda. Cinque anni fa i «neri» ottennero dall’allora sindaco di Giulino di Mezzegra, che faceva Comune a sé, la possibilità di dedicare un ritratto a «Claretta e Ben». Cinque anni dopo il sindaco di Tremezzina, il parlamentare del PD Mauro Guerra, ha deliberato appena una cinquantina di metri più avanti di promuovere un tornante a largo e dedicarlo alla memoria dei partigiani del paese, insieme a un cippo che ricorda i loro nomi e il loro sacrificio il 4 ottobre del 1944.

Probabilmente è un caso che sulla determina, approvata qualche giorno fa, non ci sia il nome di Claudia Lingeri, che da sindaco di Giulino è diventata assessore di Tremezzina, ufficialmente in ferie. Non basta, a Lenno via Caio Plinio è destinata presto a cambiar nome e diventare via Battaglia di Tremezzina, mentre a Ossuccio verrà inaugurata una piazza Caduti Partigiani – 23 dicembre 1944. Così il prossimo 28 aprile gli ultimi superstiti della Repubblica Sociale e i giovani di Forza Nuova e le altre sigle dell’estrema destra per andare a rendere omaggio al Duce di fronte al cancello di Villa Belmonte, dopo la messa di suffragio celebrata nella parrocchiale, dovranno per forza passare attraverso il largo dedicato ai partigiani. In mezzo ai due fronti gli storici cercano, con fatica, di fare il loro lavoro ma a settant’anni di distanza gli ultimi giorni del Duce dopo la cattura di Dongo rimangono uno dei misteri più fitti e meglio custoditi della fine della Seconda Guerra Mondiale. «Di sicuro c’è solo che è morto», come scrisse Tommaso Besozzi del bandito Giuliano, ma sul lago ancora a tanti va bene così.