Blue Whale, tre ragazzine in trappola: i genitori non si erano accorti di nulla

Ferite e tagli sulle braccia, la professoressa fa scattare l’allarme

ORRORE La minaccia arriva dal web con casi  in tutto il mondo e diversi anche in Italia nelle ultime settimane. Le tre giovanissime amiche  si sono imbattute in quel fenomeno, inizialmente strano e del tutto sconosciuto per loro

ORRORE La minaccia arriva dal web con casi in tutto il mondo e diversi anche in Italia nelle ultime settimane. Le tre giovanissime amiche si sono imbattute in quel fenomeno, inizialmente strano e del tutto sconosciuto per loro

Como, 25 maggio 2017 - Incisione sulle braccia, ferite superficiali, un paio di codici. Un po’ di curiosità, condivisa da tre ragazzine di 12 e 13 anni, che frequentano la stessa scuola media del Comasco, rischiava di portarle in un vortice cupo che poteva spingerle fino al suicidio. La cosa era passata del tutto inosservata ai genitori. Tre famiglie completamente ignare di avere in casa qualcuno che si stava confrontando con quel fenomeno di cui da giorni parlano tutti, con toni sempre più preoccupanti. Le tre giovanissime amiche si sono imbattute in quel fenomeno, inizialmente strano e del tutto sconosciuto per loro, chiamato «Blue Whale», gironzolando on line, e sui siti o sulle chat che parlano agli adolescenti.

Non si riesce a comprendere cosa le abbia attirate, ma non sono rimaste indifferenti. Hanno iniziato a fare qualche prova, cercato di capire cosa significasse seguire gli ordini impartiti da uno sconosciuto, o forse da una semplice identità che alle spalle non ha una vera a propria persona. Una devozione embrionale, non ancora totale, davanti alla quale non è stato difficile spingerle a parlare con gli adulti. Confabulavano tra loro e avevo quei segni sulle braccia. Finché non le ha notate un’insegnante, parlandole e spingendole ad ammettere che da qualche giorno stavano seguendo gli hashtag di quell’assurdo gioco. Le prime due ragazze sono state individuate due giorni fa, la terza il giorno successivo, tutte in contatto tra di loro. È questo forse l’aspetto più anomalo di questa vicenda, dove ogni ragazzino si muove in autonomia, tenendo nascosto a tutti ciò che sta facendo. L’intervento sulle tre adolescenti è stato immediato: erano in una fase molto iniziale, forse ancora di curiosità e di prova, molto prima che di assoggettamento, come già accaduto in alcuni drammatici casi. Ma quando sono stati chiamati i genitori, la sorpresa è stata totale. Nessun sospetto, forse nemmeno nessuna idea che potesse esistere un fenomeno del genere, e che in questo momento è fondamentale osservare più del solito comportamenti e segni di autolesionismo. Anche quando sembrano semplici ferite. La sequenza indica prima un codice, poi tre tagli superficiali, una levata in piena notte. Ma già il quinto passaggio impone una punizione. Incisioni autoinflitte con lo scopo di autopunirsi. Tutti segnali che, fin dall’inizio, possono essere mascherati facilmente, ma nemmeno più di tanto agli occhi di un adulto attento.

Non solo alle lesioni fisiche, ma anche alle condotte anomale, o alle conseguenze che ne derivano, come la perdita di sonno. Perché la vera emergenza, in questo momento, è la capacità di coinvolgere gli adulti in questa osservazione, e soprattutto i genitori, spesso gli ultimi a voler ammettere di dover affrontare una situazione di emergenza. Dal punto di vista giudiziario, probabilmente questi tre casi saranno segnalati alle forze dell’ordine e alla Procura, ma la strada su cui indagare è molto breve, e si scontrerebbe fin da subito con quegli ordini impartiti virtualmente, e lanciati da server quasi certamente collocati in Paesi che non favoriscono l’ingerenza di polizie estere.