Addio a Carlo Riva: dal lago d'Iseo barche leggendarie amate da reali e vip

Le creazioni Riva divengono oggetti del desiderio di famiglie reali, attori e campioni dello sport, uomini d'affari e celebrità del cinema. Tra i tanti: Sophia Loren, Brigitte Bardot e Liz Taylor, Sean Connery e Jean Paul Belmondo, Richard Burton e Jackie Stewart

Un motoscafo prodotto dai cantieri Riva (Ansa)

Un motoscafo prodotto dai cantieri Riva (Ansa)

Bergamo, 10 aprile 2017 - È morto questa mattina, nella sua casa di Sarnico, in provincia di Bergamo, l'ingegner Carlo Riva, pioniere della nautica mondiale e patron della società di costruzione dei famosi motoscafi di lusso che porta il suo cognome. Aveva 95 anni, compiuti lo scorso 24 febbraio.

Quando si pronuncia il nome di Carlo Riva il pensiero corre veloce ad 'Aquarama', la barca con lo scafo in legno, che fin dalla sua presentazione, nel 1962 diventò il simbolo stesso di Riva, addirittura 'un marchio nel marchio'. Il nome si ispirava ai "cinerama", i grandi schermi cinematografici sperimentali americani e lo slogan di presentazione era "Sole, mare, gioia di vivere". Riva diventa presto simbolo di eleganza che con i suoi motoscafi rende l'Italia famosa nel mondo. Riva ha reso celebre in tutto il mondo anche il nome di Sarnico, località sul lago d'Iseo dove abitava e dove ha sede il cantiere navale, fondato nel 1842 dal suo bisnonno, Pietro Riva. Dalle origini a oggi, la produzione è virata dal trasporto alla motonautica con i motoscafi da corsa.

Gli anni '50 sono quelli di Carlo Riva, da subito arruolato nell'azienda di famiglia. Fu lui, nel 1954, a inaugurare il nuovo avveniristico cantiere - ancora oggi tutelato dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici e Architettonici - e lo organizzo' con un'impostazione produttiva all'avanguardia. Negli stessi anni trasformò l'idea stessa di barca: da strumento di lavoro, mezzo di trasporto merci e passeggeri o "bolide" da competizione nelle prime gare in acqua, a oggetto di piacere e lusso, creando un prodotto unico per estetica e funzione, eleganza e cura dei particolari. Le creazioni Riva divengono oggetti del desiderio di famiglie reali, attori e campioni dello sport, uomini d'affari e celebrita' del cinema. Tra i tanti: Sophia Loren, Brigitte Bardot e Liz Taylor, Sean Connery e Jean Paul Belmondo, Richard Burton e Jackie Stewart.

Nel decennio della rivoluzione industriale italiana, dominata dal mito della velocità e delle auto da corsa l'ingegnere intercetta il fenomeno dando vita ad una serie di barche in legno, che precedono la mitica Aquarama e sono l'Ariston e il Tritone, primo bimotore. Ma tornando al 'mito', il prototipo è il Lipicar: 8 metri di lunghezza x 2,60 di larghezza, posti per otto persone, due cuccette a prua, due motori, velocita' di 73 km/h. Sette anni dopo, nel 1969 un'altra pietra miliare segna la storia del leggendario marchio: inizia la produzione in vetroresina. Nascono i primi due modelli in composito.

Fra gli anni '70 e '90 nascono, fra gli altri, il St. Tropez e il Superamerica, primo importante cabinato rimasto per oltre 20 anni sul mercato. Nel settembre 1969, Carlo Riva, "amareggiato dall'asprezza del clima sindacale", come si legge sul sito Riva, vende il cantiere alla statunitense Whittaker, mantenendo le cariche di Presidente e Direttore Generale, dalle quali si dimette nel luglio 1971. Le stesse cariche vengono assunte da Gino Gervasoni, suo partner sin dal 1950, e anche suo cognato. Nel 1989, a un anno dall'acquisto del cento per cento delle azioni della socieTà  Riva da parte del gruppo inglese Vickers, Gino Gervasoni lascia l'incarico dopo 41 anni di attività, sancendo la fine della presenza della famiglia nel cantiere. Ultimo passaggio di mano nel 2000, quando Ferretti Group acquisisce il Cantiere Riva. Nel 2005, nel Principato di Monaco, "casa prediletta" di Riva in Costa Azzurra, Alberto II di Monaco lo insignisce del titolo di "Personnalité de la Mer". Carlo Riva si è spento serenamente nella sua Sarnico, forse, come diceva egli stesso "con un po' di nostalgia nel rivivere la galoppata della mia bella vita di barcaiolo".