Varese si è fermata per “Bobo” "Un uomo di grande umanità"

Migliaia di persone davanti alla basilica di San Vittore hanno salutato con un applauso il feretro

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di Lorenzo Crespi

Non è stata una giornata come tutte le altre quella di ieri a Varese. L’ultimo saluto a Roberto Maroni ha fermato la città per una mattinata, con un centro blindato da una massiccia presenza delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza dovuta ad un funerale di stato. L’interno della Basilica di San Vittore era riservato ai familiari e alle autorità locali e nazionali, da decine di sindaci di tutti i colori politici fino alla premier Meloni. Ma non è stato un funerale per pochi: il maxischermo posizionato nella vicina piazza del Podestà ha permesso a tutti i varesini di partecipare all’addio a Maroni. E sono stati in tanti a riempire la piazza, in un composto silenzio rotto solo da qualche "Ciao Bobo" e dagli applausi al momento dell’arrivo e poi dell’uscita del feretro dalla chiesa. A ricordarlo anche una delegazione del liceo classico Cairoli, frequentato da Maroni negli anni Settanta.

Un affetto per un politico, e prima ancora per una persona, capace di arrivare alla gente nonostante le cariche prestigiose ricoperte. Un aspetto sottolineato anche da monsignor Giuseppe Vegezzi nel corso dell’omelia. "Da molti negli ultimi giorni ho sentito dire che era uno di noi. Era esattamente così: è sempre stato vicino alle proprie origini". A dominare piazza del Podestà c’è la sede della Lega, la storica culla del Carroccio che proprio qui ha avuto le sue origini. Dal balconcino che si affaccia sulla piazza si alternano uno dopo l’altro i militanti per osservare la funzione e la partecipazione dei varesini.

Al termine del rito tutto lo stato maggiore della Lega, Matteo Salvini compreso, si sposta dalla basilica alla sede, e tra i ricordi più commossi c’è quello del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, un altro leghista partito dalla provincia di Varese e diventato protagonista a Roma. "L’eredità che lascia alla famiglia della Lega è quella di un pensiero profondo e lungo". Nell’ultimo saluto a Maroni c’è stato tanto: non solo il doveroso rispetto, ma anche il calore della musica che lui tanto amava, con le voci del coro gospel varesino dei Greensleeves Gospel Choir e l’omaggio della sua band, i Distretto 51. A salutare Bobo dall’altare uno dei suoi tre figli, Filippo.

"Era una grande gioia vederti tornare nel weekend. Non dimenticheremo i tuoi abbraccioni improvvisi: ti sentivi in colpa per il troppo tempo fuori casa, ma non ci hai mai fatto mancare l’affetto". Parole che hanno commosso anche la presidente del consiglio. Innumerevoli i ricordi e gli aneddoti raccontati prima e dopo le esequie da chi ha condiviso un tratto di strada con lui, dai politici locali fino ai big nazionali. "In politica ci vogliono due doti, lealtà e serietà: lui le aveva entrambe", lo ha ricordato il sindaco di Varese Davide Galimberti.