
Un arsenale tra le piante pronto all’uso
A gennaio i volontari di Sos Metal detector avevano scoperto un arsenale nel bosco del Rugareto, passato alle cronache per essere una delle zone dove lo spaccio di droga da anni continua incontrastato. Erano stati i carabinieri a rivolgersi ai volontari dell’associazione Sos metal detector, trovando un machete, due pistole arrugginite, un fucile e varie cartucce. Le due pistole erano sotterrate e avvolte da un cellophane, mentre il fucile era stato abbandonato. Oltre alle armi erano stati trovati due telefoni cellulari, alcune powerbank, diversi sacchetti per confezionare dosi di droga.
Il bosco del Rugareto ormai da anni è al centro di una faida per il controllo dello spaccio. Chi acquista droga sa bene dove fermarsi a lato della strada. Appena un’auto si ferma, dal bosco escono i pusher coi cappucci delle felpe alzati in testa e forniscono le dosi richieste. In bici sulla strada, è pieno di persone che fanno le vedette per avvisare nel caso scattasse qualche blitz o se gli avversari possono entrare nella zona non loro e iniziare la guerriglia.
Le bande sono formate da nordafricani, spesso persone pluripregiudicate. Ma anche ex tossici, a costo quasi zero per chi organizza lo spaccio nei boschi. Manovalanza disposta a tutto, anche a uccidere.
È il caso dell’omicidio ad aprile di Bouda Ouadia, il 25enne ucciso nei boschi del Rugareto per il quale hanno arrestato due ventenni marocchini, irregolari in Italia e senza fissa dimora. Nella sparatoria era rimasto ferito un 27enne, colpito di striscio alla testa e alla gamba. I carabinieri avevano trovato a terra molti bossoli di vario calibro, alcuni per carabine di precisione e mitragliatori.C.S.