
di Mattia Boria
Regna l’incertezza per i proprietari dei locali varesini. Nel breve e nel lungo periodo. Una situazione resa più difficile dall’attesa di nuove restrizioni in vista delle feste natalizie, preannunciate dal governo dopo il ritorno in zona gialla solo domenica scorsa. Parte proprio da qui Marco Di Gosta di Messervino: "Quel giorno è andata molto bene. Era prevedibile. La gente ha voglia di uscire e abbiamo lavorato bene fino al limite delle 18. Mi aspetto che vada avanti così, sempre che restino queste le restrizioni. Non appena inizia la settimana, infatti, torniamo a fare poco o nulla. Giusto qualche pausa pranzo visto che sono in molti a proseguire con lo smart working".
Il barman ha raccontato anche ai clienti le attuali difficoltà. "Ho spiegato che non ci basta vivere con il solo week-end. Ci siamo anche buttati nel campo del delivery. È qualcosina ma non pareggia certo gli incassi che otterremmo con il ritorno della clientela nel locale". Sulla differenza abissale tra i giorni feriali e quelli festivi il commento è lapidario. "Chi farebbe un aperitivo alle 16? Solo chi non ha impegni. Le possibilità, quindi, si restringono a due giorni a settimana". Ci si arrangia. Sempre il titolare di Messervino spiega come, per ottimizzare le opportunità concesse, stesse organizzando un brunch per i week-end. Le possibili nuove chiusure obbligatorie, però, hanno stoppato il progetto. "Non sappiamo cosa fare perché qui è impossibile programmare per più di due o tre giorni. Preferisco attendere, non posso fare altro".
È decisamente spazientito Paolo Zanforlin dell’Uvarara. Anche lui ha ancora negli occhi gli arrivi della domenica appena passata. "Bello poter tornare ad aprir bottega - dice - anche se è dura. Non è stata una pioggia d’oro ma ci accontentiamo. Peccato che ora vogliano colpire i giorni prefestivi e festivi. Così non ci siamo". Zanforlin contesta i continui dietrofront. "Chi ci governa non capisce cosa sia il mercato - attacca - Sono lontani anni luce dalle nostre esigenze. Non possiamo organizzarci se continuano con questa tarantella, per noi e per chi fa gastronomia com’è possibile reperire prodotti senza certezze? Sono veramente imbufalito". A peggiorare la valutazione sulle misure del governo anche la novità delcashback. "Dicono di non uscire e poi con questa operazione vogliono incentivare gli acquisti - afferma - Monta la rabbia perché sono qui a fare programmi con i miei dipendenti che poi si è costretti a disattendere".
Se Zanforlin è per un’apertura totale, con l’ovvio rispetto di tutte le prescrizioni in termini di distanziamento, di parere opposto è Raffaele “Skizzo” Bruscella del Balthazar. "Sarà anomalo - sostiene - ma io sono per la chiusura totale come sta avvenendo in Germania. A patto che però lo Stato ci dia l’80% del fatturato dello scorso anno e non le briciole come accaduto qui. E non voglio sentire parlare di aiuti, noi non stiamo affogando piuttosto non ci sono le condizioni per farci lavorare. Io a oggi dal governo ho ricevuto l’1% del fatturato che avrei fatto nei giorni in cui sono stato costretto a tenere chiuso".