REDAZIONE VARESE

Accorpamenti al Tribunale di Busto, giustizia senza uffici e dipendenti

Con il completamento della migrazione a Busto, cominciano a emergere i problemi di organico di Corrado Cattaneo e Rosella Formenti

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Busto Arsizio, 21 luglio 2014 - Una riforma a metà, che funziona sulla carta ma incespica sulle piante organiche, sugli edifici, persino sulle scrivanie che mancano o sulle guardie giurate alle porte dei Palazzi di giustizia. La pentola, insomma, senza il coperchio. E alla fine a pagare i costi della spending review in salsa giudiziaria voluta nel 2012 sono cittadini o imprese, costretti a trasferte e, soprattutto, a pazientare davanti ai ritardi della giustizia. Nel Varesotto, dove si sta per compiere uno degli ultimi accorpamenti rimasti, gli effetti già si vedono.

Il caso più lampante a Saronno: perso il Tribunale la città ha deciso di trattenere almeno il giudice di pace pagando di tasca propria per uffici e personale, così è toccato al segretario comunale trasformarsi anche in cancelliere. Parato il primo colpo è arrivato il secondo: la presidenza del Tribunale di Busto Arsizio ha chiuso in questi giorni, per il mese di agosto, la cancelleria, trasferendola a Legnano per motivi di sicurezza. L’unica dipendente rimasta era infatti rimasta completamente sola all’interno dell’edificio tanto che, causa ristrettezze economiche, nessuno vigilava nemmeno sugli ingressi, né i vigili né le guardie giurate. Oggi è invece l’ultimo giorno di udienze nella sede di Gallarate, con Legnano e Saronno accorpata al Palagiustizia bustese, ma il supertribunale si misura già oggi con problemi d’organico serissimi. Problemi che sono stati illustrati al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, proprio l’altro giorno, ospite a Busto Arsizio di un convegno organizzato dal presidente dall’Ordine degli avvocati bustese, Walter Picco Bellazzi. «A Busto Arsizio ci sono problemi molto seri da risolvere - spiega - il primo è quello della struttura, pensata per un’utenza di circa 400 mila abitanti quando oggi con gli accorpamenti è aumentata sino 700 mila abitanti, il secondo è quello dell’organico amministrativo. I posti sono ricoperti al 50%, sono 72 su 124 unità previste dalla pianta. E c’è da considerare che 18 persone hanno chiesto il trasferimento».

Una carenza che inevitabilmente «crea forti disagi: i giudici bustesi lavorano bene, sono veloci, la durata dei processi è al di sotto della media nazionale. Poi però manca il personale per mandare avanti i provvedimenti. Faccio un esempio: un muratore costruisce una casa, mette i mattoni, poi però non arriva chi deve fare il tetto. E la casa non finisce. La situazione oggi di maggiore disagio è senza dubbio quella degli ufficiali giudiziari che non hanno spazi adeguati, mancano persino scrivanie, sedie e personale. L’accorpamento, nonostante tutto, è stata una riforma giusta perché è a favore dell’utenza. Ma questi sono problemi che vanno risolti».