Inter-Napoli, morto investito prima della partita: Dede era anche ultras del Varese

Il lavoro da muratore e il doppio Daspo: chi era Daniele Belardinelli

LEADER Daniele Belardinelli, morto a 39 anni, alla testa dei tifosi varesini durante un corteo

LEADER Daniele Belardinelli, morto a 39 anni, alla testa dei tifosi varesini durante un corteo

Varese, 28 dicembre 2018 - Da una parte il lavoro nell’edilizia e l’amore per moglie e figli, oltre che per le arti marziali praticate con successo. Dall’altra la passione per il calcio e il Varese, che l’aveva portato a fondare i Blood Honour a 19 anni e a rimediare due Daspo, il divieto di partecipazione alle manifestazioni sportive. Questo il ritratto di Daniele “Dede” Belardinelli, 39 anni, il supporter interista (e varesino), morto dopo essere stato investito da un Suv, nelle fasi successive a un agguato teso domenica sera a un van di tifosi napoletani da un manipolo di ultras interisti, varesini e del Nizza.

Due esistenze opposte, senza rapporti l’una con l’altra? Piuttosto due facce della stessa medaglia, come accade nel composito (e complicato) mondo delle curve. Un universo dove episodi di criminalità - come quello di domenica sera - e slanci di solidarietà convivono in un mix il cui collante è la passione per il calcio e il tifo. Socio di una società di edilizia con sede in Canton Ticino, padre di due figli, Daniele viveva a Morazzone. Due grandi passioni: le arti marziali - aveva vinto medaglie internazionali nella “scherma corta” - e il calcio. Da anni era figura di spicco del gruppo ultras Blood Honour, da lui fondato nel 1998. Con loro ha partecipato a decine di trasferte. Nel 2007 fu protagonista di un aspro confronto con la Polizia prima di un match del Varese.

Belardinelli e gli altri ultras, per protestare contro la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, ucciso da un colpo di pistola sparato da un poliziotto in un autogrill, avevano provato a reclamare con la forza la sospensione della partita. Ne erano nate tensioni, che avevano portato alla identificazione di Belardinelli, poi sanzionato con un Daspo di cinque anni. Il tempo di tornare allo stadio, ed era arrivato un secondo Daspo, ancora di cinque anni. Il muratore aveva preso parte a tafferugli al termine dell’amichevole fra il Como (rivale del Varese) e l’Inter. Fuori dallo stadio Daniele è descritto come solare e divertente. Di lui si ricordano i successi ottenuti con la Fight Academy in discipline quali “scherma corta” e “giacca e coltello”. Aveva vinto medaglie anche in Russia. «Non ha mai avuto una squalifica durante le gare, mai un richiamo - ha raccontato un ex compagno di squadra - Non si è mai lamentato per le decisioni degli arbitri, era serio durante le competizioni e sorridente nella vita». Un ragazzo con tante passioni. E qualche lato oscuro. Un mix che l’ha perduto.