ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Mai più orfani e vedove di guerra, l’appello di Sergio Ferrario: “Periodo straziante. Rivivo la mia infanzia”

Busto Arsizio, il presidente Famiglie caduti e dispersi perse il padre nel 1944. Oggi la giornata commemorativa, una foto della cerimonia al Papa

Sergio Ferrario con uno dei pochi ricordi del padre, una foto. Qui accanto nel 2005 quando trovò la tomba del genitore nel cimitero militare di Francoforte Per la prima volta pronunciò la parola papà

Sergio Ferrario con uno dei pochi ricordi del padre, una foto. Qui accanto nel 2005 quando trovò la tomba del genitore nel cimitero militare di Francoforte Per la prima volta pronunciò la parola papà

Busto Arsizio, 18 maggio 2025 –  “Mai più orfani di guerra!”: un grido carico di dolorosi ricordi che Sergio Ferrario vorrebbe potesse giungere ai potenti della terra. Ferrario, 84 anni, bustocco, è un orfano di guerra, (sono stati quasi 40mila in Lombardia), presidente della sezione bustese, provinciale e regionale dell’Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in guerra, continua il suo impegno per mantenere viva la memoria del sacrificio di padri, figli, fratelli mai tornati a casa diffondendo con varie iniziative i valori di libertà e pace. “Vorrei che “Pace” finalmente non fosse più solo una parola – dice Ferrario – ma diventasse un traguardo raggiunto, con le armi finalmente in silenzio, come ha sempre chiesto Papa Francesco e ora Papa Leone XIV, invece ogni giorno vediamo nelle immagini dei telegiornali la sofferenza, i pianti, i lutti che provoca la guerra, i bambini, le prime vittime innocenti dell’odio. Quanti bambini uccisi, feriti, mutilati, quanti orfani? E nel mio cuore sempre la domanda, perché? Dobbiamo dire basta, noi orfani di guerra lo chiediamo ai governanti, basta guerre! Siamo anziani, il senso di ingiustizia e il dolore di aver perso i nostri padri mandati a combattere, morti al fronte o nei campi di internamento e concentramento, ci accompagnano da ottant’anni, sono ferite mai rimarginate”.

Il padre di Ferrario, Giovanni, fante sul fronte greco-albanese, dopo l’8 settembre 1943 fu internato militare nel campo per prigionieri di guerra di Ludwigshagen, in Germania, morì il 21 luglio 1944, sotto un bombardamento. Sergio aveva 8 mesi quando il padre, tornato in licenza, lo abbracciò, il primo abbraccio al figlio, nato quando era già stato mandato in guerra e purtroppo anche l’ultimo.

“Non ho potuto avere ricordi – dice il presidente dell’Associazione – la prima volta che ho pronunciato la parola “papà” nel marzo 2005, nel cimitero militare di Francoforte, ero davanti ad una tomba con una targa, sulla quale c’era inciso il suo nome. “Finalmente papà ti porto a casa”, dissi davanti a quella tomba, ed esaudivo il desiderio di mia mamma Rosa, che tante volte da bambino ho sentito piangere”. Il 12 novembre 2005 Ferrario dava sepoltura al padre nel cimitero di Borsano, nella tomba la mamma Rosa finalmente accanto all’amato marito che la guerra gli aveva strappato. “Basta guerre, sono oltre 50 nel mondo, quanti orfani, privati di tutto – continua Ferrario – ogni giorno con i tg le vediamo, per me è davvero straziante assistere a tanta sofferenza, è rivivere gli anni della mia infanzia, risentire il pianto di mia mamma, sempre i bambini a pagare e le donne, le mamme. Diciamo basta!, lo ha chiesto anche Papa Leone XIV “con il cuore in mano” di mettere a tacere le armi, anche noi come il Santo Padre lo chiediamo”.

Gli occhi si fanno lucidi, poi superata la commozione Ferrario dice: “Lanceremo il nostro appello oggi a Busto Arsizio in occasione della Giornata del ricordo e della memoria che si svolgerà nel rione di Borsano, ricorderemo i nostri Caduti e insieme le nostre mamme, coraggiose vedove di guerra ma pensando ai bambini e alle mamme, che, come le nostre, soffrono ancora oggi per i troppi conflitti, basta orfani a causa delle bombe”. Oggi la giornata commemorativa comincerà con la santa messa nella chiesa dei Santi Apostoli poi proseguirà con l’omaggio al Sacrario. Conclude Ferrario “invieremo una fotografia della cerimonia con il nostro messaggio al Santo Padre, commossi e grati per l’appello per la pace disarmata e disarmante”.