Terremoto Turchia, famiglia di Busto Arsizio sepolta dalle macerie. Chi sono le vittime

Shoua Ibrahim e due figlie, Sabrin e Uafa, erano andate ad Antiochia a trovare la nipotina appena nata

La devastazione del terremoto in Turchia

La devastazione del terremoto in Turchia

Busto Arsizio (Varese) - Si aggrava sempre di più il bilancio delle vittime del catastrofico terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, oltre 26mila morti, ma il numero secondo l’Onu potrebbe raddoppiare. Una tragedia che è un colpo al cuore anche per la città di Busto Arsizio: tra le vittime sotto le macerie ad Antiochia c’era una famiglia italiana di origine siriana residente in città.

Un doloroso tam tam è cominciato nel primo pomeriggio di ieri e ha percorso la città, a poco a poco le informazioni diventavano più precise e purtroppo confermavano quelle morti, sotto le macerie la moglie di Khalid Hasan, Shoua Ibrahim e due figlie, Sabrin, che da quando si era sposata viveva in Turchia, e Uafa.

Hasan, titolare di un’officina a Vanzaghello, da oltre un decennio, risiedeva in città, una famiglia ben integrata, cinque dei 6 figli, Sabrin, Omar, Sara, Uafa, Claudio alunni alle scuole elementari Pontida, poi alle medie De Amicis, quindi alle superiori. E sono state le insegnanti a riannodare il filo dei ricordi non appena sono state informate della tragedia. Incredule, sgomente a fatica hanno rotto il silenzio.

Il primo pensiero alla mamma, Shoua Ibraim, una donna, coraggiosa, determinata, che era entrata in sintonia con le insegnanti dei figli. "Shoua è stata una delle prime mamme straniere ad iscriversi al corso di italiano – ricorda Cinzia Berutti, insegnante alle Pontida – si era integrata, avendo poi imparato l’italiano era sempre presente ai colloqui con noi insegnanti, come il papà, due genitori attenti, la tragedia di questa famiglia è un dolore per la nostra scuola. Penso a quei ragazzi, sono cresciuti con noi, li abbiamo accompagnati nei primi passi, fanno parte della nostra famiglia che ora si stringe a loro in questo drammatico momento".

Anche Anna Michelazzo, docente di lettere alle medie di Sara, che non si trovava in Turchia come la mamma e la sorella Uafa, rimasta sotto le macerie, ha un ricordo particolare della mamma. "Era una donna determinata, Shoua, sempre sorridente – dice – l’ho incontrata un mese fa al supermercato, e come sempre capitava ci siamo fermate a chiacchierare, mi ha parlato della famiglia, era contenta. Mi ricordo ancora la sua soddisfazione quando mi disse che aveva fatto la patente". Poi un pensiero dedicato a Uafa "la chiamavo primavera, correva sempre nei corridoi della scuola, era vivace, non riesco a credere che sia rimasta sotto quelle macerie".

Una famiglia bene integrata, attenta e presente nell’educazione dei figli, "due genitori che non mancavano mai agli incontri e ai colloqui" il ricordo di un’altra insegnante della scuola elementare Pontida, Angela Primi. È il momento del dolore anche all’Istituto Verri dove Sabrin, la sorella maggiore, sposata e già mamma, tra le vittime del terremoto, aveva frequentato l’indirizzo turistico. "È stata mia alunna – ricordava con commozione la dirigente Stefania Bossi – era una brava studentessa, penso a lei già mamma, non riesco ancora a credere che abbia perso la vita, vittima di quella catastrofe. Come scuola ora dobbiamo essere vicini ai fratelli, aiutarli accanto al papà".

Khalid Hasan ha raggiunto la Turchia con la speranza di poter riabbracciare la moglie e le figlie, invece le ha accompagnate alla sepoltura. Ieri nell’abitazione in via Assisi a Busto Arsizio la figlia Sara ha chiesto di rispettare il dolore della famiglia in questo drammatico momento. Aveva salutato la mamma e la sorella Uafa partite perché la sorella maggiore, Sabrin doveva partorire. Ma quella felicità è stata ferita a morte, annientata nella tragedia di una catastrofe che ha già causato oltre 26mila morti. E ancora sotto quelle macerie si scava.