Sui muri svastiche e scritte ingiuriose

Sfregio alla memoria nella notte entrata nella storia. Imbrattata la pietra d’inciampo di Vittorio Arconti

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di Rosella Formenti

Uno sfregio alla memoria: nella notte del 25 Aprile sul muro di via Mameli mani ignote hanno tracciato una svastica a pochi passi dal punto dove sabato scorso era stata posata sul marciapiede la prima pietra d’inciampo in città, dedicata al partigiano Vittorio Arconti, deportato nel lager di Mauthausen, che è stata imbrattata. Gesti inqualificabili, che hanno suscitato sdegno e amarezza ieri, mentre in città l’Amministrazione comunale e l’Anpi celebravano l’anniversario della Liberazione. Non solo l’offesa alla memoria di Arconti, disegnatore alla ditta Ercole Comerio di Busto Arsizio, arrestato il 10 gennaio 1944, poi deportato nel lager da dove non tornò vivo. Sui muri sono comparse altre due scritte: in via Pegoraro "25 Aprile festa del vile", in via Vittorio Veneto "Partigiani assassini".

Immediata ieri mattina la condanna da parte del sindaco Andrea Cassani: "Non è giusto che i simboli che testimoniano il sacrificio vengano imbrattati o subiscano scritte ingiuriose. Prendo l’impegno che svastiche e scritte vengano cancellate". La pietra d’inciampo dedicata ad Arconti, collocata dov’era la sua abitazione, è stata ripulita con un immediato gesto di riparazione morale che non cancella lo sdegno.

"Non credevamo di dover assistere al risultato di un’azione così stupida, per giunta in questo momento – commenta Angelo Bruno Protasoni, segretario dell’Associazione Mazziniana, con Anpi promotrice a Gallarate del progetto delle pietre d’inciampo – Violentare la memoria di una persona morta per ideali così alti come pace e libertà rappresenta un fatto incredibile. Un atto di stupidità e insensibilità di fronte a una delle migliaia di vittime del nazifascismo in Italia. Andremo avanti a deporre le altre due pietre d’inciampo che abbiamo preparato".

Nei prossimi mesi ne saranno collocate altre due in ricordo di altrettante donne ebree: Clara Pirani, moglie del preside di liceo Franco Cardosi, morta ad Auschwitz; e Lotte Froehlich Mazzucchelli, moglie dello scrittore gallaratese Mario, vittima della strage nazista di Meina nel settembre 1943.