Varese, a processo lo stupratore seriale

Contestati tre episodi di violenza, le vittime erano tutte minorenni

Cristina Zanni e la sua avvocata Alessandra Sisti

Cristina Zanni e la sua avvocata Alessandra Sisti

Varese, 25 luglio 2018 - Il fratello del “killer delle mani mozzate”, alla sbarra per violenza sessuale su minore, ha ottenuto di essere ammesso al rito abbreviato per il processo che si aprirà l’11 settembre. Le sue presunte vittime sono tre, tutte sedicenni all’epoca delle contestazioni.

Novità importanti dunque sul procedimento a carico di Domenico Piccolomo (un cognome tristemente noto: è un fratello minore di Giuseppe, il killer delle mani mozzate, ergastolano e oggi alla sbarra in Corte d’Assise per l’omicidio della prima moglie), che affronterà appunto un processo con rito abbreviato a poco più di sei mesi dal suo arresto. Per violenza sessuale su due sedicenni e anche - altra novità di questi giorni - per gli abusi che avrebbe commesso sulla figlia della sua compagna, dodici anni fa, quando anche lei era sedicenne. E questo è un punto importante: la ragazza oggi è maggiorenne e ha avuto il coraggio di denunciare. Per quest’ultimo episodio gli avvocati di parte civile hanno chiesto la sospensione della prescrizione: la richiesta, contenuta in una memoria, è di fatto agli atti. E non solo: un familiare si è fatto avanti. Un supertestimone che ha confermato quanto accadde dieci anni fa a quella ragazzina indifesa. A marzo era stata la stessa donna, assistita dagli avvocati Alessandra Sisti e Furio Artoni, a trovare il coraggio di raccontare le violenze sessuali subite per mesi e mesi dal compagno della madre, con il quale aveva vissuto da quando era piccolissima («Lo chiamavo papà»). Perché, a distanza di tanto tempo? Perché non è mai troppo tardi per avere giustizia, avevano spiegato i legali che la assistono, e anche perché all’epoca dei fatti una denuncia della ragazza non aveva prodotto risultati dal punto di vista giudiziario. E perché sembra che oggi l’incubo si ripeta, visto appunto l’arresto del patrigno Domenico Piccolomo, accusato da altre due sedicenni di aver commesso e tentato di commettere abusi sessuali su di loro di recente. Dopo quelle denunce, la Procura ha dunque ripescato la vecchia segnalazione di Cristina Zanni - ieri in aula - ha interrogato lei e il marito, e ha aggiunto il suo caso ai due già nel fascicolo dal contenuto terribile.

«A tutte le altre ragazze che sono state vittime di abusi sessuali in famiglia dico questo - aveva dichiarato la 28enne a marzo - denunciate subito il vostro aggressore, non tenete tutto dentro come ho fatto io per troppo tempo». E ora sarà il processo davanti al Tribunale a confermare o smentire l’ipotesi che Domenico Piccolomo, oggi 57enne, sia un «predatore seriale». Per fortuna gli abusi subiti durante l’adolescenza dalla donna, per due lunghi anni, non l’hanno distrutta. «Appena diventata maggiorenne, sono andata subito via di casa e oggi ho un marito e una figlia», aveva raccontato ancora cinque mesi fa. E di certo gli ultimi sviluppi giudiziari cancellano in parte la delusione per quello che era avvenuto nel 2006, quando la ragazza era andata dai carabinieri e aveva denunciato Piccolomo, e poi qualche mese dopo era tornata, accompagnata dall’uomo, e aveva ritrattato perché costretta a farlo. Era bastato questo per chiudere, allora, il caso.