SARA GIUDICI
Cronaca

Saronno: va in pronto soccorso per dolori all’addome, era incinta. Giovane aiutata a partorire

Ad accorgersi dell’imminente lieto evento infermiere e Oss. Madre e figlio stanno bene, subito circondati dall’affetto del personale

Un reparto maternità (Archivio)

Un reparto maternità (Archivio)

Saronno, 23 gennaio 2024 – Fiocco azzurro all’ospedale di Saronno. Purtroppo non è tornato il punto nascita ma si è trattato di un parto d’emergenza nel pronto soccorso di piazzale Borella. È successo sabato mattina quando un’inconsapevole futura mamma si è presentata al pronto soccorso lamentando dolori all’addome e problemi di incontinenza. La donna appare decisamente sofferente e prima della visita infermiere e Oss vengono chiamati a ripulire la donna e sono proprio loro ad accorgersi del piccolo che sta nascendo. Il personale interroga la donna sui tempi della gravidanza ma lei risponde di non essere in attesa. Il piccolo però è in arrivo e non c’è tempo per il trasferimento in una struttura dotata del reparto dedicato ai nuovi nati.

Il personale sanitario, pur in assenza di un ginecologo assiste l’ormai neo mamma e il piccolo viene alla luce. Madre e figlio stanno bene e si trovano circondati dall’affetto e dalla grande l’emozione del personale e anche degli altri pazienti e dei loro familiari che si trovano nell’ospedale. Anzi è proprio uno dei presenti a rendere noto l’accaduto. Del resto a Saronno da tempo si parla molto dell’assenza del punto nascita nel presidio ospedaliero tema su cui si sono riaccesi i riflettori anche a Capodanno, il quarto senza nuovi nati in piazzale Borella.

E anche questa vicenda dall’epilogo concitato rilancia il tema per l’ospedale di Saronno, punto di riferimento di un bacino di oltre 200 mila persone, di avere un punto nascita e un reparto di ginecologia e pediatria pienamente funzionanti. Il reparto saronnese è stato chiuso durante il Covid e mai più riaperto. Si è parlato a lungo del problema numeri, inteso come numero minimo di parti all’anno, come causa della mancata riapertura del reparto: nel 2019 c’erano stati 486 parti poco meno del minimo dei 500 previsti per garantire l’apertura.