
Le operazioni di abbattimento dell’edificio
Saronno (Varese), 20 luglio 2018 - "E' una pagina di storia di Saronno che se ne va. Tanti ricordi, tanti incontri, tanti momenti di festa si sono tenuti in quella palazzina che da ieri non c’è più". Così Angelo Volpi, esponente dell’associazione Tramway commenta l’abbattimento ieri mattina dell’ex Polverone. L’edificio situato nel cuore della città alle porte della zona a traffico limitato già negli anni Sessanta ospitava uno spazio per il ballo che è stata il teatro di momenti liberi e di divertimento di diverse generazioni di saronnesi.
"All'inizio c’era il Giardino d’inverno - continua a ricordare Volpi - tante coppie si erano conosciute lì e poi nel tempo la balera si è trasformata in sala da ballo fino a discoteca". È rimasta in auge fino agli Novanta quando ha perso parte del suo appeal. Dopo diversi tentativi di rilancio è arrivato il progetto di demolizione per la realizzazione di un nuovo e innovativo palazzo residenziale di forma ellittica. Gli scavi della palazzina, di cinque piani, inizieranno a settembre. La demolizione della facciata è iniziata ieri mattina alle 8 dopo che nella giornata di mercoledì era stata realizzata la parte di preparazione. Via Pusterla e via Solferino sono state chiuse al traffico per permettere al maxi escavatore di operare in sicurezza. Qualche problema pratico per i residenti per l’ingresso in cortile e garage ma perfettamente risolto da polizia locale e responsabili del cantiere.
Tanti i saronnesi, soprattutto pensionati, che sono passati per vedere per l’ultima volta la palazzina ma anche per vedere la facciata crollare sotto i colpi della ruspa. Intorno alle 11 il grosso dei lavori di abbattimento era ultimato ed è iniziato quello di rimozione delle macerie. Nel giro di due anni sorgerà un nuovo palazzo ellittico. Il progetto è firmato da noto architetto Riccardo Blumer, che ha così descritto l’intervento edilizio: "La bellezza dell’edificio e dei suoi alloggi, nei rapporti illuminotecnici, nelle piante articolate, costruiti con materiali ecologici e termicamente intelligenti, posizionati nell’equilibrio tra le proprietà, gli spazi pubblici, i flussi pedonali e il trasporto meccanizzato sono la “città 4.0” che differentemente dall’industria produce direttamente la qualità della vita". Il nuovo edificio, di cinque piani, ha già suscitato un vivace dibattito in città non solo perché sostituisce un palazzo storico ma anche per la tipologia e l’altezza. A difenderlo è sempre stata l’ex assessore all’Urbanistica Maria Elena Pellicciotta che ha seguito l’iter per tutta la fase preliminare: "Sotto l’aspetto regolamentare e formale le nuove norme di pgt di fatto incoraggiano, in linea generale, il rinnovamento del patrimonio edilizio non limitandosi allo stile anche al fine di realizzare case più efficienti e con tecnologie e impianti rispettosi dell’ambiente. Questo è un progetto in linea con queste esigenze e con il resto del quartiere".